Il pass per una finale di Coppa. Obiettivo comune per Immobile e Dzeko.
rassegna stampa
Immobile sulle tracce di Klose. Dzeko è già un re di coppe
Il bosniaco: "Non esiste la Roma senza di me? E' il contrario"
Anatomia di un derby visto dalla punta dell’iceberg. Anatomia di altri animali che non saranno rari come Nainggolan, ma preziosi di certo. Questa terra qui, questo prato qui è stato il giardino di tanti centravanti: Chinaglia, Pruzzo, Vieri, Batistuta, Crespo, Montella, Klose, a suo modo pure Totti. Più che le somiglianze, forse è bene lavorare sulle differenze. Immobile e Dzeko interpretano il ruolo del centravanti in maniera opposta. Val bene una mappa: in un posto – la porta avversaria – puoi arrivarci in un modo o in un altro, l’importante è riuscirci. Ecco: Immobile l’occasione se la costruisce, Dzeko la detta. Entrambi, in ogni caso, segnano. Il laziale è a quota 15 reti stagionali, 14 in campionato e 1 in Coppa Italia, come scrivono Cieri e Stoppini su La Gazzetta dello Sport.
Dicono che Dzeko abbia il destino nel proprio nome. Qualunque strada preferiate, perché c’è chi dice che Edin abbia un’origine ebraica che richiama l’Eden, una «delizia» per gli occhi come i suoi 29 gol stagionali raccontano. Se invece scegliete la genesi anglosassone, Edin vale «un uomo ricco», e sì che al bosniaco il conto in banca sorride da un po’. Ma ricca con lui s’è fatta la Roma tutta di quest’anno, arrivata alle porte della primavera con un centravanti che legittima ambizioni di vittoria. Col City ha già vinto una Coppa di Lega, una Fa Cup e un Community Shield: sa come si fa, se qualcuno possa mai aver pensato il contrario. Ma Dzeko sa come si fa a segnare, soprattutto. «Mi pagano per questo, non posso essere contento se non faccio gol», disse quando pareva stesse per divorziare con la porta avversaria. Era solo una crisi passeggera. Roberto Mancini, un anno e mezzo fa, quando Edin era appena sbarcato in Italia, disse: «Farà 20 gol in campionato». Ha sbagliato la tempistica, non la previsione. Ora Dzeko è l’attaccante che in Serie A tira di più in porta. Dribbla meno di Immobile, ma spizza il pallone, gioca di sponda e verticalizza di più. In definitiva: gioca di più con i compagni. L’ha detto lui, fotografando se stesso come neppure Steve McCurry saprebbe fare: «Mi chiedete se non c’è Roma senza Dzeko? No, è il contrario, non c’è Dzeko senza Roma».
© RIPRODUZIONE RISERVATA