Ci sono esperienze che ti restano nel cuore. Miralem Pjanic sta vivendo la fase più fulgida della sua carriera alla Juventus, dove oltre a vincere (3 scudetti di fila) ha completato la trasformazione da mezzala/trequartista a playmaker totale, ma deve molto anche alla Roma, club che ha lasciato per una questione di obiettivi, non certo di sentimenti, riporta "La Gazzetta dello Sport". A Roma è stato benissimo, ha conservato amici e legami e quest’anno è riuscito a portarsi un pezzo di giallorosso a Torino, che ha influito sul suo ottimo impatto sulla nuova stagione. Dietro allo stato di grazia del centrocampista bosniaco, fondamentale nella sfida-sorpasso contro l’Inter, c’è il sarrismo ma non solo: con il nuovo allenatore ha lavorato sulla sostanza, ovvero sul modo di interpretare il ruolo di regista che ormai da qualche anno ricopre con profitto, della forma (fisica) si è occupato lui stesso, caricandosi di lavoro supplementare per mantenersi al top e minimizzare il pericolo di intoppi muscolari.
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Il trono di Pjanic, da principe a re: alla Juve da top grazie a De Rossi
Il regista rivitalizzato da Sarri e dal fisioterapista dell’ex Roma
Pjanic da quest’anno ha un aiuto in più: si chiama Damiano Stefanini ed è una vecchia conoscenza dei bei tempi giallorossi. Stefanini per 7 anni ha lavorato alla Roma, ricoprendo il ruolo di capo dei fisioterapisti, finché non è stato coinvolto nell’epurazione della scorsa primavera, quando venne mandato via insieme al medico Del Vescovo. Grande amico di De Rossi (citato dall’ex romanista nella lettera d’addio), Stefanini è rimasto nel cuore di molti calciatori transitati da Trigoria. Lui e Pjanic in questi anni non si sono mai persi di vista e il regista ha approfittato della libertà del terapista per farsi seguire da vicino. Stefanini (che segue anche altri giocatori) è specializzato nella prevenzione e nel recupero degli infortuni e su questo primo aspetto ha lavorato principalmente con Pjanic, per cui la scorsa stagione è stata molto dispendiosa. L’obiettivo è mantenersi sempre allo stesso livello di condizione senza però esporsi a guai fisici.
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