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Il telefono di José, tra la squalifica e gli 883

Il telefono di José, tra la squalifica e gli 883 - immagine 1

A Trigoria però sono consapevoli che l’inevitabile squalifica potrebbe essere anche pesante, magari due giornate

Redazione

Certo, non è grave come quando fece il gesto delle manette, nel 2010, durante un Inter-Sampdoria che poi si concluse 0-0. Ma quel che è certo è che anche il gesto del telefono fatto da José Mourinho sabato pomeriggio all’indirizzo dell’arbitro Luca Pairetto lascerà degli strascichi, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. E non solo mediatici, perché sembra davvero che subito dopo aver visto sventolare il cartellino rosso José Mourinho abbia detto cose molto pesanti nei confronti dell’arbitro di Torino, proprio mentre voleva raggiungerlo in mezzo al campo, venendo però fermato da un paio di suoi collaboratori. Ecco anche perché la Roma preferisce tenere un profilo basso, proprio nel momento in cui Mourinho ha invece deciso di eclissarsi da tutto e da tutti, godendosi in solitaria la sua domenica. A Trigoria però sono consapevoli che l’inevitabile squalifica potrebbe essere anche pesante, magari due giornate, facendogli così saltare non solo la trasferta di Spezia di domenica prossima, ma anche la gara casalinga con l’Atalanta del 5 marzo. Molto dipenderà dal referto dello stesso Pairetto. Ma cosa gli ha detto davvero Mourinho? Da ieri, infatti, anche sui social si inseguono ricostruzioni più o meno fantasiose. Chi si è dilettato alla lettura del labiale (evidente in un video diventato quasi virale) è sicuro che la frase sia “ti hanno chiamato, ti hanno chiamato, c…o”, con un riferimento diretto ai soliti poteri forti, quelli che secondo Mourinho ce l’avrebbero con la Roma. Ma poi c’è anche chi ci ha scherzato su, buttandola sull’ironia: chi scrive “Mourinho fa il gesto del telefono perché voleva chiamare Totti e De Rossi in tribuna per chiedergli di tornare in campo“, chi “Mou voleva chiamare i Friedkin per farsi comprare un giocatore” e chi “Mourinho voleva chiamare un aereo per scappare da Roma“. E poi anche chi scomoda i film (“Fantozzi, è lei?”) o le canzoni come quella degli 883 “Ti sento vivere”, con la foto di Mou che fa il gesto del telefono e la strofa “e ti vorrei chiamare, sì però a quest’ora ti arrabbierai…”.