Antonio Mirante, appunto, l’uomo che da due partite si è impossessato della porta della Roma e sembra proprio non volerla mollare più, almeno fino al termine della stagione. Il primo indizio è stato ovviamente la sfida di mercoledì scorso contro la Fiorentina, quando per la prima volta Claudio Ranieri ha reso operativo un passo a cui pensava da un po’: mettere fuori Olsen ed inserire Mirante. Il secondo indizio è invece arrivato sabato sera a Genova, contro la Sampdoria, quando Mirante è stato confermato a difesa dei pali della Roma. Ed allora, considerando anche l’ulteriore buona prova di Marassi, è facile pensare che anche il terzo indizio sia in arrivo e cioè la conferma del portiere campano anche contro l’Udinese, sabato prossimo all’Olimpico. In tal caso, ovviamente, la prova sarebbe acquisita, non servirebbe neanche un pubblico ministero qualsiasi. E l’avventura di Olsen potrebbe davvero essersi fermata a quel Roma-Napoli di dieci giorni fa. Mirante, invece, in questo momento garantisce e offre ai compagni di difesa ciò che Olsen, con tutte le sue incertezze, non riusciva ad offrire più. E cioè sicurezza. Come scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, non è un caso, infatti, che alcuni giocatori siano tornati di colpo a far meglio di quanto non abbiano fatto prima. Federico Fazio, ad esempio, è proprio uno di questi. Poi, passata Roma-Parma, si vedrà cosa fare. Nel senso che Mirante ha un contratto con i giallorossi fino al 2021, altri due anni. Ovviamente la Roma non pensa a lui come il portiere del futuro, ma ora ha la certezza che è un ottimo secondo, di livello, in grado di garantire affidabilità in ogni situazione in cui può essere chiamato in causa. Mirante, così, tornerà al suo ruolo e cioè quello di vice. Con la certezza, però, di aver guadagnato punti e considerazione un po’ ovunque. Dentro e fuori Trigoria.
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Il sorpasso di Mirante: la porta è nelle sue mani
Antonio ha mandato in panchina Olsen, sempre discusso a Roma. Titolare con Fiorentina e Samp, ora aspetta l’Udinese con fiducia
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