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Il sogno americano. Sfida tra Friedkin e Cardinale: un cinema dell’altro mondo

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Fra i business dei due magnati c’è quello hollywoodiano. Oscar, Palme d’Oro e tanti nuovi progetti per volare
Redazione

Se vi piacciono i presidenti che discettano di moduli, forse Dan Friedkin, 58 anni, (patrimonio stimato da “Forbes” pari a 5,5 milioni di dollari) e Gerry Cardinale, 53 anni (patrimonio gestito dalla sua Red Bird 8,6 miliardi di dollari), vi sembreranno provenienti da un altro mondo, scrivono Massimo Cecchini e MArco Fallisi su La Gazzetta dello Sport In qualche modo è proprio così. E non solo perché entrambi hanno radici negli Stati Uniti. Il loro è un calcio diverso, da Terzo Millennio, che cerca di trovare un difficile equilibrio fra cuore e business. Le loro storie sono relativamente recenti. Il “Friedkin Group”, seimila dipendenti a busta paga, al termine di una lunga trattativa rallentata dal Covid, è diventato proprietario della Roma il 6 agosto 2020. Da quel giorno Dan e Ryan – padre e figlio, oltre che presidente e vicepresidente – hanno rilasciato una sola intervista, a settembre di quell’anno. Fine. A parlare per loro, comunque, ci sono stati gli investimenti. Tanti. Basti pensare che, considerando i 199 milioni spesi per l’acquisto della società, la famiglia texana (anche se Dan è nato in California) ha sborsato circa 750 milioni. Comprensibile, visto che l’ultimo bilancio è stato chiuso con perdite pari a 219 milioni, che hanno contribuito a firmare un “settlement agreement” con la Uefa necessario a mettere rigidi paletti fino al 2026 alle voci “acquisti” e “ingaggi”. Nonostante questo, grazie a una rivoluzione che ha cambiato tutti i dirigenti apicali, la Roma ha cominciato a vincere subito con la prima squadra (Conference League), con la Primavera e con le donne (Coppa Italia, Supercoppa e scudetto in arrivo). Insomma, i Friedkin fanno sul serio, come d’altronde hanno dimostrato nei veri “core business” delle loro aziende. Le auto, innanzitutto, visto che – grazie alla Gulf States - sono concessionari esclusivi della Toyota in cinque stati degli Usa. L’altro settore in cui sono specializzati è quello dei resort, l’Auberge Resorts Collection, che vanta strutture di lusso in tutto il mondo. Ma l’altra attività che ha dato loro lustro e visibilità è il cinema. 

Gerry Cardinale, in fondo, non si differenzia troppo. Stasera, dopo lo “spareggio Champions” all’Olimpico, il Tolosa costruito alla Moneyball – ovvero in base a dati e algoritmi – giocherà la finale di Coppa di Francia contro il Nantes, mentre “Air” – film che racconta la storia dell’accordo tra Michael Jordan e Nike – è proiettato nei cinema per il 4° weekend di fila. Eccovi servito un esempio del modello RedBird, il fondo di Cardinale che fa affari spaziando tra sport, media e cultura. Da quando il manager di Philadelphia lo ha creato nel 2014, dopo oltre 20 anni di esperienza in Goldman Sachs, RedBird ha diversificato i suoi investimenti tra sport americani, calcio, broadcasting, tecnologia e cinema e gestisce 8,5 miliardi di dollari.