La mezza serie A è diventata intera. Via libera agli allenamenti in solitudine anche delle discipline non individuali. La fumata bianca arriva però a sorpresa da una circolare del ministero dell’Interno, che a mezzogiorno risolve il rebus dell’incrocio fra la norma del dpcm e le ordinanze "aperturiste" dei governatori delle regioni. E il cortocircuito temporale mette in difficoltà il ministro Spadafora. Che la tensione sia molto alta lo dice però il post su facebook pubblicato dal ministro dello Sport: "Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!" riporta La Gazzetta dello Sport.
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Il sì del Viminale provoca tensioni con Spadafora: “Ripresa del campionato? Per ora non se ne parla”
Il ministro ribadisce di non aver nessun pregiudizio, ma è convinto che il confronto (ieri saltato) fra Comitato tecnico-scientifico del governo-commissione medica Figc e e Federazione medico-sportiva sul protocollo possa essere l’ultima scena
Il fronte è stato aperto da Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, patito di calcio, che più di ogni altro ha insistito sugli allenamenti dei calciatori. Seguito poi da De Luca, Solinas e Zingaretti. E il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, anche lui amante del calcio, non ha mai pensato di impugnare le ordinanze. Nella serata di ieri è circolata con maggiore insistenza la notizia che il premier Giuseppe Conte voglia stavolta intervenire in prima persona per confrontarsi col mondo del calcio. Ci sono due stati d’animo di fronte alla questione campionato. Spadafora vuole fare in fretta. Il ministro ribadisce di non aver nessun pregiudizio, ma è convinto che il confronto (ieri saltato) fra Comitato tecnico-scientifico del governo-commissione medica Figc e e Federazione medico-sportiva sul protocollo possa essere l’ultima scena. Se non c’è l’accordo, va staccata la spina sul modello francese.
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