Una controffensiva sul nuovo stadio della Roma è in partenza, ma sembra abbia respiro abbastanza corto. Ieri è stata annunciata la presentazione di una delibera, a firma dei consiglieri Stefano Fassina (Liberi Uguali) e Cristina Grancio (ex M5S) che chiede l’annullamento della dichiarazione di pubblico interesse per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Tutto è stato esplicitato in una conferenza stampa, a cui ha preso parte anche l’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". "Adesso abbiamo anche la conferma del Politecnico che, se fosse realizzato lo stadio a Tor di Valle, le conseguenze per la mobilità sarebbero catastrofiche – ha detto a Radio Radio lo stesso Fassina – . Per evitare la catastrofe si dovranno spendere milioni di euro in risorse pubbliche, che sarebbero invece necessarie per altre situazioni drammatiche come la casa. Circa 15.000 famiglie non hanno casa. Usiamo quei soldi per dare un tetto alle famiglie e dare lavoro alle persone, anziché a vantaggio di Pallotta e Parnasi. Lo stadio della Roma si deve fare, ma in un’altra zona". Tutto lascia pensare, però, che la delibera a firma Fassina-Grancio sarà bocciata non soltanto dalla maggioranza, ma anche da parte di alcuni partiti dell’opposizione. C’è da segnalare come domani l’argomento riguardante il nuovo stadio vada in discussione nell’assemblea capitolina ma, strepiti a parte, in questo caso non ci saranno grossi scossoni.
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Il nuovo stadio di Tor di Valle va in assemblea
Fassina torna alla carica: "Lo stadio della Roma si deve fare, ma in un’altra zona". La sua delibera firmata con Gracio, però, dovrebbe essere bocciata
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