rassegna stampa

«Il nuovo Flaminio? Coperto e polisportivo»

Alberto Acciari, docente universitario di marketing, commenta: "Un impianto del genere deve essere polifunzionale, ma i parcheggi ed i mezzi pubblici sono inadeguati"

Redazione

È difficile trovare nel mondo stadi così centrali come per Roma può considerarsi lo stadio Flaminio. «Che deve essere ripensato come uno stadio di quartiere, di area, non ci si può permettere di considerarlo un grande impianto per grandi eventi». La pensa così Alberto Acciari, docente universitario di marketing, guru della comunicazione, ma, soprattutto, romano e legatissimo, per motivi di lavoro e di affetto, alla storia dell’impiantistica della capitale.

Per l’esattezza, a Londra un grande impianto piuttosto centrale c’è: è il Lord’s Cricket Ground, a due passi da Regent’s Park e Paddington. Gli azzurri dell’arco si laurearono lì campioni olimpici. Un meraviglioso impianto da 30mila posti che ospita ogni anno le Ashes (la serie con l’Australia). «Gli americani ce lo insegnano, un impianto come il Flaminio deve essere polifunzionale», dice Acciari. A dirla tutta, il Flaminio, prima delle disastrose decisioni delle amministrazioni degli ultimi anni, polifunzionale lo era, con una piscina e le palestre per scherma e pugilato. «Capisco che l’amministrazione 5Stelle abbia scelto la strada della cautela, è comprensibile, ma se esistono ancora dei dubbi strategici, credo che vadano superati».

Il problema principale, secondo Acciari, è la fruibilità: «Se ci si muove da un altro quartiere di Roma, magari dalla Tiburtina o dall’Eur, arrivare al Flaminio è un’impresa. I parcheggi e i mezzi pubblici sono inadeguati per grandi eventi: per questo esiste una sola soluzione». E la destinazione? «Non si può pensare a un solo sport. Dovrà essere in grado di accogliere più discipline e più eventi, servirebbe una copertura come in qualsiasi impianto moderno», come scrive Parretta su La Gazzetta dello Sport.

Il Flaminio, però, secondo Acciari, già si presterebbe: «È stato pensato e realizzato come uno spazio grande e articolato. Per questo il bando per la riqualificazione e l’assegnazione dovrà prevedere un progetto a 360 gradi, che tocchi anche le altre possibilità di attrazione già presenti nell’area. E’ troppo facile pensare a politiche di marketing comuni con Maxxi e Auditorium, che possano allargare la possibilità di fruizione dell’area».

L’amministrazione 5Stelle, con l’assessore allo sport Daniele Frongia in testa, ha avviato l’iter per restituire il Flaminio a Roma sottraendolo al degrado. Acciari ne è felice: «I cittadini voglio aiutare questa amministrazione nel suo percorso». E anche se la questione è molto pratica, chiede all’amministrazione di Virginia Raggi di aprirsi a più orizzonti: «Per le modalità con le quali si può accedere a varie forme di finanziamento, ma anche mettendoci creatività. Fare del Flaminio una priorità è un bel segnale, sarebbe di grande impatto far vedere che si è partiti con un progetto intelligente». Così, mentre l’amministrazione muove i primi passi verso il recupero del Flaminio, Acciari offre un ultimo consiglio: «Devono studiare e approfondire, ma usare anche la fantasia. E poi prendere una strada, sicuri di portarla avanti con forza. Ci sarà sempre chi resterà scontento, ma se tu sei sicuro di quello che fai, devi avere la forza di affermare le tue idee».