Mancavano le condizioni economiche, è vero. Ma mancava anche il consenso popolare, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. E in una città come Roma non è proprio un aspetto secondario, anzi. Così, dal momento in cui si è iniziata a diffondere la notizia del possibile scambio Dzeko-Sanchez la tifoseria giallorossa è andata in subbuglio.
rassegna stampa
Il no della città. E ora la tregua Dzeko-Fonseca
La tifoseria, sui social, non ha gradito l'idea dello scambio con l'Inter
È chiaro, però, che anche essendo temporaneamente di "casa" a Milano, a Pinto fosse arrivato il malumore della piazza giallorossa per l’eventuale addio di Dzeko. Che poi, a conti fatti, non era neanche questo il vero problema, nel senso che in molti si sono abituati all’idea del possibile addio del centravanti bosniaco (ipotesi, tra l’altro, che si ripete oramai ciclicamente da tre anni). Quel che non tornava, piuttosto, era lo scambio con un giocatore come Sanchez. Una mossa senza convenienza economica (tra l’altro, la scorsa estate per Dzeko la Roma ha rifiutato 16,5 milioni di euro dalla Juventus), ma anche senza una logica tecnica. Non fosse altro perché Sanchez è più trequartista che centravanti, è più seconda punta che non prima. Ed in quella casella lì la Roma è oramai piena di alternative con Pedro, Mkhitaryan, El Shaarawy (ieri le visite mediche del Faraone, oggi firma e presentazione), Pellegrini e – da aprile – anche Zaniolo.
Ma adesso se Dzeko, come sembra, alla fine dovesse restare a Trigoria, come sarà possibile ricomporre la frattura con Paulo Fonseca? Non è facile, anche perché tra Edin e l’allenatore portoghese di chiarimenti ce ne sono già stati un paio nel corso dei mesi scorsi, con l’intermediazione della società a fare da paciere.
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