C’è un segreto in questa Roma che sembra fatta di acciaio, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Un segreto che fa parte del dna classico delle squadre di José Mourinho e che la Roma ha trovato di colpo in quell’ermeticità difensiva che la contraddistingue oramai da due mesi a questa parte. Due mesi in cui la Roma ha fatto sempre risultato, anche grazie al fatto che ha subito appena 6 gol in 11 partite. Una media-gol per le reti subite di appena 0,55, esattamente la metà di quella stagionale di Mourinho, che invece si attesta a 1,17 (sono infatti 55 le reti incassate dai giallorossi in 47 partite complessive, tra campionato e coppe). Insomma, la Roma che vola in Conference e sogna anche di soffiare in extremis la Champions League alla Juventus nasce proprio qui. Ed ha un suo paladino difensivo, un uomo che gestisce il reparto in maniera ottimale e gli ha regalato una solidità prima sconosciuta e che risponde al nome di Chris Smalling. Il difensore inglese, infatti, è un fattore assoluto della retroguardia romanista, ma anche uno degli uomini che offre un salto di qualità a livello di personalità alla squadra. Se la Roma dietro non balla più, il merito è anche suo. Certo, quando si prendevano tanti gol non è che lui fosse esente da colpe, spesso in campo c’era anche lui, ma nel frattempo Smalling e la Roma hanno registrato i giri a dovere. E Chris è diventato quasi insuperabile, un muro, come dimostrano anche le statistiche. Il centrale inglese, infatti, è il giocatore che vince più duelli in assoluto in tutta la Serie A, esattamente il 77,39%, davanti alla coppia del Genoa formata da Morten Frendrup (69,81%) e Leo Ostigard (68,87%). Un dato importante, soprattutto se proiettato alla sfida di sabato prossimo a San Siro, contro l’Inter, dove probabilmente Smalling se la dovrà vedere da vicino con l’ex compagno di squadra Edin Dzeko. Una sfida che vivrà di duelli personali, di marcature e anticipi per quanto riguarda Chris. Ed in cui Smalling vuole uscire vincente proprio nel duello, per dare continuità alle sue prestazioni, ma anche a quelle della Roma (che in campionato ha una striscia positiva di ben 12 partite).
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