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Il muro della Roma. La formula Juric: alti, forti e cattivi. E’ l’ora dei centrali

Il muro della Roma. La formula Juric: alti, forti e cattivi. E’ l’ora dei centrali - immagine 1
Il nuovo tecnico della Roma vuole trasformare il reparto arretrato in un bunker per il presente e il futuro
Redazione

Una difesa rock, anzi heavy metal. Veloce, aggressiva, martellante, scrive Alessio D'Urso su La Gazzetta dello Sport. Che attinge a piene mani alla passione sconfinata di Ivan Juric per i Metallica e i Megadeth. E che vuole "stordire" gli attaccanti dell'Udinese. Una difesa a tre di gladiatori

che il nuovo tecnico della Roma vuole trasformare in un bunker per il presente e il futuro, come già è stato negli anni alla guida di Verona e Torino, in cui si sono alternati fior di difensori come Rrhamani, Bremer, Schuurs e Buongiorno, che sono diventati valori aggiunti e oggi valgono milioni di euro. Tre centrali da combattimento che il croato ha subito trovato a Trigoria al suo arrivo: Gianluca Mancini, Mario Hermoso e Evan Ndicka, a cui si aggiungono Mats Hummels (ormai lanciato verso la migliore condizione) e il giovane Under 17 Federico Nardin, di cui a Trigoria parlano come il nuovo Calafiori. Un reparto con tre pedine che anche a Roma si

candida ora a diventare punto forte e marchio di fabbrica di Juric, schema da cui sono originate tutte le fortune in panchina dell'allenatore.