Delusione, rabbia, preoccupazione. Le richieste avanzate dalla Figc, con il costante sostegno della Lega Serie A, al governo, sono state escluse dal decreto fiscale approvato ieri in Consiglio dei ministri. Ma la partita non è chiusa, ripetono in via Allegri. L’obiettivo al di là di tutto è portare avanti le riforme che consentano al calcio di ripartire nel segno della sostenibilità. La sorpresa è stata enorme nel non vedere accolta neanche una delle sette richieste avanzate in estate in una lettera a Draghi: non ristori, ma manovre fiscali che allo Stato non sarebbero costate nulla. Era stato chiesto di riconoscere alle società sportive la sospensione e la rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi, limitando lo stop da luglio a dicembre di quest’anno.
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Il governo ignora tutte le richieste: delusione e rabbia per Figc e Lega
Non è passato nemmeno il riconoscimento della sospensione dei versamenti fiscali. Il dossier sarebbe arrivato tardi al Tesoro
Come spiega Elisabetta Esposito su 'La Gazzetta dello Sport', il provvedimento sulla sospensione dei versamenti non è arrivato al preconsiglio dei ministri di giovedì sera perché il Dipartimento per lo Sport l’ha inviato al Mef quella stessa mattinata e vista l’importanza dell’intervento non ci sarebbe stato il tempo necessario per valutarlo, tanto che al momento si troverebbe ancora in istruttoria. Dunque tecnicamente la Vezzali, che aveva comunque già proposto una prima versione della norma a metà settembre in sede di conversione del decreto 105, non è andata oltre i tempi formalmente stabiliti per presentarla. L’impressione resta quella che il governo sia dubbioso sull’aiuto, seppure indiretto, al calcio. Le speranze ora sono tutte lì. E nella prossima e attesa Legge di Bilancio.
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