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rassegna stampa

Il giorno delle frenate. Spadafora freddo: “Nessuna certezza sulla ripresa della A”

Consiglio di Lega disposto a ricominciare ma i club chiedono sicurezza e garanzie Malagò: «Il calcio prepari un piano B»

Redazione

È il giorno della frenata sull’operazione ripartenza. A poche ore dal super vertice del mondo del calcio con il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il fronte del sì perde qualche pezzo, come riporta La Gazzetta dello Sport.

Il governo resta piuttosto freddo, il ministro anche. In serata, intervenuto al Tg2, Spadafora impone un rallentamento, per non dire una fermata, della road map immaginata. "Io oggi non do assolutamente per certo né la ripresa del campionato né quella degli allenamenti il 4 maggio".

Ma la richiesta di chiarimenti alla Figc resta. I primi due quesiti riguardano i vincoli contrattuali dei giocatori: può la Federazione produrre "effetti modificativi" sulle scadenze del 30 giugno prossimo? E può intervenire sui contratti dei calciatori in prestito o con diritto/obbligo di riscatto? Vale quanto ha già detto la Fifa? Soprattutto, terzo quesito, "quali effetti giuridici potrebbero subire calciatori e club in caso di ripresa del campionato e successiva interruzione per conseguenze derivanti da contagio Covid 19? L’assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club".

E servono risposte formali anche prima di passare all’attuazione del protocollo medico disposto dalla Commissione Federale. Si sa che su alcuni punti del protocollo (in particolare, la disponibilità in tempi brevi di tamponi e test sierologici, e i comportamenti da mettere in atto nel caso emergesse una positività nel gruppo) c’è qualche dubbio.

Alla ripresa o meno del campionato è legato il tema dei diritti televisivi: al consiglio di Lega di ieri sono state illustrate le richieste delle tv (Sky, Dazn, Img) che chiedono a loro volta un rinvio dei pagamenti o un eventuale sconto sulla quota che ancora devono ai club. Lo stesso Consiglio di Lega (che vede la presenza di Udinese, Inter, Atalanta, Lazio e Milan) ha confermato all’unanimità l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva «qualora il governo lo consenta e nel rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza».