Il paradosso è che il reparto che ha fatto peggio in questa stagione è l’attacco, ma la Roma, già adesso, con 90’ ancora da giocare, ha segnato in campionato più gol dello scorso anno. Nel 2018 chiuse a 61 reti, ora è a 64. Il tutto nell’anno peggiore di Dzeko, con Schick solita meteora e giocatori come Perotti e Ünder, che potevano e dovevano fare la differenza, frenati da troppi infortuni. Nell’anno da dimenticare delle punte romaniste si salva solo El Shaarawy e non è un caso che nell’aria di rifondazione che tira a Trigoria lui sia uno di quelli su cui la società vorrebbe e dovrebbe puntare il prossimo anno, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
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Il flop dell’attacco: si è salvato solo El Shaarawy
Il paradosso è che in campionato la Roma ha segnato più dell’anno scorso. Però le punte, costate più di 100 milioni, hanno realizzato 42 gol su 83
Il rapporto di Dzeko con la Roma è andato peggiorando di giorno in giorno: da una parte lui che ha giocato tanto ma ha segnato poco, dall’altra la società che non è riuscita a costruire una squadra all’altezza delle ambizioni del bosniaco. Per quanto riguarda Schick e Kluivert, non sono riusciti ad incidere per quanto la Roma si aspettava da loro. E se per il figlio d’arte ex Ajax, 2 reti, ci sono attenuanti (a partire dal primo anno fuori casa), per Schick, 5 gol, è difficile capire quale futuro potrà avere a Roma. Rispetto all’anno passato ha giocato tanto, con Di Francesco il feeling non è scattato, ma Ranieri, fin dalla prima conferenza, ha detto che avrebbe voluto vederlo insieme a Dzeko. Risultato: nelle ultime cinque partite il ceco è sceso in campo per appena 20’. Sarà il nuovo allenatore a decidere se e quanto questi ragazzi potranno ancora dare alla Roma, ma certo la squadra dovrà ripartire da punte più concrete. Le attuali sono costate in totale più di 100 milioni, ma quest’anno su 83 reti complessive ne hanno realizzate 42, appena la metà.
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