Paulo Fonseca è stato bravo ad entrare nel nostro mondo in punta di piedi, ma con idee via via più chiare, mostrando un coraggio che adesso sta cominciando a pagare, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".
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Il coraggio di Fonseca fa volare Mancini in regia
Per puntare su di lui ha stoppato il mercato. E tra i meriti del portoghese c’è anche la risalita di Pastore e Santon
Non pensiate che sia stato facile, ad esempio, accettare la scommessa di rivitalizzare il talento di Pastore, fischiato anche in panchina, o di puntare al bisogno su Santon, che pure in estate era stato accompagnato alla porta. Non sottovalutate l’impatto emotivo della scelta di mandare così spesso in panchina il capitano Florenzi ed il suo retaggio di romanità. Non banalizzate, soprattutto, la trovata di collocare Mancini a centrocampo, credendoci così tanto da saper dire di no agli alibi che tanti malinconici svincolati — da Rodwell a Buchel – gli avrebbero offerto.
L’ex dell’Atalanta, in fondo, è la vera sorpresa tattica di questo inizio di stagione. Da difensore arcigno sull’uomo e pronto sempre all’anticipo (come lo voleva Gasperini) a centrale pronto a lavorare «con la linea» (come gli chiede Fonseca) il salto è grande. Figuratevi trasformarsi in mediano pronto a prendere palla ed impostare il gioco.
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