La ricerca del candidato giusto per la panchina della Roma sta diventando un percorso ad ostacoli. Dalla corsa si è sfilato ieri anche Sinisa Mihajlovic, facendo restare in corsa Paulo Fonseca e Roberto De Zerbi. La Roma lo aveva contattato a inizio settimana perché rispondeva alle caratteristiche cercate: un allenatore di polso, personalità, carattere, noto per l’intensità del lavoro, l’ambizione e il coraggio nel lanciare e valorizzare i giovani, riporta "La Gazzetta dello Sport". Il profilo, secondo il club, forse migliore in questo momento. Tutti tasselli al posto giusto, tranne uno, di carattere ambientale: il passato laziale da far digerire ai tifosi più caldi. Un "non problema" per il tecnico serbo abituato a non farsi condizionare da climi ostili e a gestire ogni situazione senza spaventarsi, trovando addirittura esaltazione nelle difficoltà. Un problema invece per la società giallorossa, già scossa dal complicato addio a De Rossi. Dubbi e timori che si sono accompagnati a contatti avvenuti o previsti con gli altri candidati, Fonseca e De Zerbi. Tanto è bastato a Mihajlovic per convincersi che la decisione di voltare pagina presentatagli dalla Roma, con una scelta netta per quanto inizialmente impopolare, non fosse accompagnata dal coraggio necessario per sostenerla. Il tecnico ha così informato la società giallorossa che preferisce tirarsi fuori e non proseguire i contatti.
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A questo punto sembra essere davvero una corsa a due, con Fonseca in netto vantaggio. Il presidente dello Shakhtar, Akhmetov si è detto pronto a dargli il via libera. "Ci sono club interessati e fra noi c’è un accordo morale". La Roma nel fine settimana è pronta ad offrirgli un contratto da circa 3 milioni a stagione, tant’è che si vocifera persino di un blitz in Portogallo per convincerlo. Certo, Fonseca a Donetsk è un re, anche perché una presidenza fortissima gli ha sgomberato il campo da qualsiasi difficoltà, mentre a Roma troverebbe un ambiente caldo oltre a delle difficoltà con la lingua. Inutile nasconderlo: a Trigoria sperano in un altro effetto Garcia. Ovvero, un allenatore straniero non contaminato dalle scorie del passato, che sia in grado far voltare pagina. Memore delle fresche delusioni, però, la Roma non vuole farsi trovare spiazzata e così tiene viva anche la pista De Zerbi. Piace molto al d.s. «in pectore», Petrachi, che lo ha seguito tra Foggia, Palermo, Benevento e Sassuolo. Una cosa è certa: in tutte le piazze ha portato calcio offensivo.
Occhio però ai colpi di scena. In questo momento non facile per il club, non si può escludere l’ipotesi (remota) del ritorno di Di Francesco. Due giorni fa Pallotta lo ha scagionato per la stagione flop («mi è dispiaciuto moltissimo per la posizione in cui era stato messo, la squadra non si adattava al suo gioco») e quindi, essendo sotto contratto, potrebbe essere richiamato. E se così fosse, l’impressione è che direbbe di sì.
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