L’episodio di ieri, se possibile, allontana ancora di più Totti dalla Roma e da una proprietà che anche stavolta, anche in questo nuovo strappo, ha deciso da che parte stare: con Spalletti. E di un Pallotta che non ha intenzione di tornare indietro sui suoi passi: niente rinnovo, il contratto non s’ha da fare. Anche se, per dirla con le parole di Walter Sabatini, c’è un campo che racconta anche altro. Che la verità in fondo non ha solo una faccia, che tutto può essere ammorbidito. Totti invece è destinato a lasciare la Roma: Emirati Arabi o Stati Uniti, gli States di Pallotta, perché tanto il destino ci mette sempre un pizzico di ironia nelle cose. Qualcuno è pronto a giurare che Spalletti sia disposto a chiedere che Totti venga messo fuori rosa: difficile che accada e nel caso la società proverà a respingere al mittente la richiesta. Tutto sarà più chiaro dopo l’incontro di oggi a Trigoria tra Spalletti, Baldissoni e Sabatini.
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Il capitano dirà addio. E Dzeko farà lo stesso
Dopo il no della proprietà al rinnovo, Totti è pronto a giocare negli Usa o negli Emirati. Anche il bosniaco, nel mirino del tifo, può partire
Incontro in cui probabilmente verrà affrontata anche la questione comunicazione. Il parallelo messo su tra Dzeko e Totti ha sorpreso molti. Ed è curioso immaginare che proprio nel giorno in cui il dualismo viene ufficializzato, sia l’uno sia l’altro protagonista di fatto si allontanano dalla Roma. Dzeko ha messo in evidenza limiti tecnici e in qualche caso di personalità. Ha comunque più chance lui di restare rispetto a quelle di Totti. Certo non moltissime, anche perché Premier e Bundesliga lo seguono. Non è un dualismo, questo. È solo lo scenario post Bergamo di una squadra che in 90 minuti ha lasciato per strada due centravanti sulla corsa Champions. Giocare con il falso nove, da mercoledì in poi, forse diventa una necessità e non una scelta.
(M. Cecchini - D. Stoppini)
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