La sensazione che gli adesivi con l’Anna Frank romanista siano un punto di non ritorno. "È un gesto disumano e allarmante per il nostro Paese", dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Due aggettivi non usati a caso.
rassegna stampa
Il calcio si ribella alla vergogna: il diario letto allo stadio contro l’antisemitismo
Indagine Figc. Tre "Irriducibili" coinvolti, c’è un 13enne. Mattarella: "Disumano". Lotito va alla Sinagoga
Perché ci sono tanti elementi disumani e allarmanti nella vicenda. L’uso – probabilmente del tutto consapevole – di Anna Frank, simbolo dell’Olocausto, per "sfottere e schernire", lo hanno ribadito ancora ieri i leader degli Irriducibili, la tifoseria rivale; la presenza tra i 16 identificati dalla questura di Roma non solo di alcuni ultrà biancocelesti, ma anche di due minori, il più piccolo dei quali appena 13enne (in compagnia del padre, identificato pure lui); la prima diserzione, già ieri sera, della tifoseria dell’Ascoli (notoriamente di estrema destra) dal minuto di raccoglimento disposto su tutti i campi dalla Figc, unitamente alla lettura di un brano del Diario di Anna Frank. Un’iniziativa che a Milano ha debuttato pure con qualche problema tecnico durante la lettura che ha impedito di percepire chiaramente le parole pronunciate dallo speaker. Stasera si replicherà su tutti gli altri campi, anche con lo scambio del libro di Primo Levi, «Se questo è un uomo», il racconto in prima persona dell’orrore.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, per istigazione razziale. Comincia a marciare pure l’indagine sportiva, il Procuratore Giuseppe Pecoraro – da Prefetto di Roma fu il primo a imporre i derby diurni, conosce bene la galassia degli ultrà della Capitale – apre il fascicolo.
Il giorno dopo, l’Italia del calcio (c’è anche una reazione incomprensibile di Sinisa Mihajlovic: "Chi è Anna Frank? Non posso parlare della vicenda perché sono ignorante e non la conosco") e la Lazio si dissociano. Claudio Lotito va a deporre una corona di fiori alla Sinagoga di Roma, gesto che però non scalda i cuori della Comunità ebraica. "Da quando sono diventato presidente - dice - alcuni fenomeni che erano palesi non sono più comparsi. La stessa tifoseria recentemente ha sottolineato la volontà di superare certe situazioni e per questo trovo alquanto strano quanto accaduto. Su certi fatti non esistono sfottò. Devono rimanere nella memoria di tutti per evitare che si possano ripetere. È per questo che intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz". Ma per Damiano Tommasi dell’Assocalciatori c’è una responsabilità della Lazio: "Già con il ricorso contro la squalifica aveva in parte scelto quale linea tenere, poi ha vergognosamente aggirato un dispositivo che vorrebbe uno stadio, un calcio, uno sport più a misura di bambino".
(V. Piccioni - A. Catapano)
© RIPRODUZIONE RISERVATA