rassegna stampa

I tifosi sotto la sede: Pallotta nel mirino

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Cori anche contro Baldissoni e Baldini, la mobilitazione per De Rossi colpisce tutti

Redazione

Due ore o giù di lì. Tra cori, striscioni, fumogeni e bandiere. Con un unico comun denominatore, manifestare il proprio dissenso in maniera netta nei confronti della dirigenza della Roma. Una contestazione organizzata giovedì pomeriggio dalla parte calda della tifoseria giallorossa, sulla scia della vicenda-De Rossi, e che ha portato sotto la nuova sede della Roma (in zona Eur) circa un migliaio di persone, forse qualcosa in più. Una manifestazione che è scivolata via senza alcun problema di ordine pubblico, forte nei contenuti ma corretta nella forma. Un piccolo errore nel timing, perché a quell’ora i dirigenti della Roma erano già in viaggio per la stazione Termini, dove poco dopo sarebbero partiti alla volta di Reggio Emilia. La rabbia La contestazione è iniziata verso le ore 15 e, appunto, è andata avanti per quasi due ore. Come scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, sono stati presi di mira dagli ultrà soprattutto il presidente James Pallotta e il vicepresidente esecutivo Mauro Baldissoni,invitati entrambi a lasciare immediatamente la guida della società. Ma tanti cori sono stati dedicati anche a Franco Baldini e un paio a Guido Fienga. Poi alcuni striscioni, tra cui i primi "Pallotta Roma mai stati uniti", "DDR è la Roma", "Le bandiere non si ammainano, si difendono e si onorano. Dirigenza di cialtroni senza rispetto".

E tra i vari striscioni ce n’era uno fisso, proprio con lo sguardo rivolto alle finestre della sede: "No allo stadio", questo perché nella tifoseria romanista si è oramai consolidata l’idea che Pallotta sia a Roma solo per un interesse economico legato proprio al nuovo stadio. Ieri ha parlato anche Aleksandar Kolarov, uno dei più vicini a Daniele De Rossi nell’attuale organico giallorosso: "Io ho vissuto tante cose nella mia carriera, ma uno così legato alla sua squadra come lui non l’ho mai visto. Daniele sperava di finire la sua carriera qui a Roma, questo lo sanno tutti. Poi è andata come è andata, la società ha deciso in modo diverso. Ma credo che tra 3-4 mesi, quando inizierà l’anno nuovo, un po’ tutti si renderanno conto di ciò che è ed è stato Daniele De Rossi per la Roma".