Nel 2005 fu una specie di colpo di genio, mutuato da altri ambienti finanziari, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. In quel momento c’erano difficoltà di cassa? Esatto, e allora la Roma pensò di avviare su Trigoria una operazione particolare, chiamata "seal and lease back". Ovvero, "vendere" il centro sportivo e prenderlo in affitto con un contratto di quindici anni. Risultato: ottenere 30 milioni subito e pagare una rata da 3,7 milioni all’anno.
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I Friedkin adesso pensano di “ricomprare” Trigoria
Dopo il "seal and lease back" del 2005, la proprietà può patrimonializzarlo
Dopo che la società fu ceduta alla cordata statunitense, quando il presidente Pallotta prese le redini del club, rinegoziò il contratto, portando la scadenza al 2024 e abbassando il canone di locazione a 2,7 milioni, anche perché nel frattempo il costo del denaro si era abbassato. L’impressione è che la situazione stia cambiando ancora e così la famiglia Friedkin voglia affrontare il tema con un’altra chiave. Il senso del ragionamento è questo: i vantaggi sul piano del «cash» sono ormai esauriti da tempo, mentre la rata – pur non altissima – pesa sulle casse anche per via degli interessi. E allora, perché non interrompere il circolo vizioso, riscattando quello che resta del debito con una maxi-rata, e poi portare il centro sportivo come elemento di patrimonializzazione? Tra l’altro, rispetto al 2005, il centro Fulvio Bernardini è stato ristrutturato, accrescendo il proprio valore. Perciò i nuovi proprietari hanno dato mandato ai propri esperti di studiare questa operazione, che potrebbe essere conclusa fra settembre e ottobre.
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