rassegna stampa

I fischi diventano applausi: così l’Olimpico saluta Edin

LaPresse

Giocate e gol illuminanti, e la serata del bosniaco termina con la standing ovation di tutto lo stadio

Redazione

Chissà se si è emozionato di più per la standing ovation che gli ha riservato l’Olimpico quando è uscito (con la fascia di capitano al braccio) dopo i fischi che avevano accompagnato il suo nome alla lettura delle formazioni. O chissà se, invece, vedere i suoi compagni in panchina a battergli le mani gli avrà fatto venire un pizzico di nostalgia. Edin Dzeko, salvo sorprese, ieri sera ha salutato quello che è stato il suo stadio negli ultimi quattro anni nel modo che voleva: giocando bene, dando il massimo per Fonseca e per la Roma. Poi, da oggi, sarà quel che sarà, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

Il centravanti bosniaco ha preso la sua decisione e aspetta che Roma e Inter si mettano d’accordo. Ritiene conclusa la sua esperienza romanista, anche se il gioco di Fonseca gli piace, in campo si diverte e questo si è visto in tutto il precampionato. La partita di ieri non ha fatto eccezione.

Dzeko accenna l’esultanza, i compagni lo sommergono di abbracci, i tifosi applaudono. E i fischi che lo avevano accolto in campo diventano un ricordo, tanto che quando Edin lascia il campo, da capitano dopo che Florenzi gli aveva ceduto la fascia, sono praticamente solo applausi. Per tutto il ritiro ha guidato il gruppo nelle sedute atletiche ed è stato sempre al centro della parte tattica e spesso, negli allenamenti, si è sentito qualche compagno chiamarlo di continuo: “Bomber, bomber”. E’ il suo modo di salutare, dopo quattro anni intensi, pieni di emozioni. Sue, della gente e anche di Fonseca, che fosse per lui lo terrebbe a lungo come perno del gioco. L’impressione è che chi verrà al suo posto non avrà un compito semplice.