Una maledizione senza fine. Diciannove crociati in meno di sei anni, oltre tre di media a stagione dal 10 marzo 2014, quando il ginocchio di Kevin Strootman cedette d’improvviso al San Paolo di Napoli. Per la Roma, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, è un tunnel che sembra davvero senza fine.
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I crociati, l’incubo di Trigoria: una maledizione senza fine
Diciannove legamenti saltati dal 2014. Da Strootman a Zappacosta e Zaniolo. Doppie rotture per Florenzi e Bouah
Dall’infortunio di Strootman a quello di Zaniolo di domenica scorsa ne sono successe infatti un po’ di tutti i colori a Trigoria. Doppie rotture (come quelle subite da Florenzi e dal giovane Bouah), l’infortunio di Emerson Palmieri nel Totti-da e forse quello più choccante di tutti: il ginocchio sinistro disintegrato di Riccardo Calafiori che il 2 ottobre 2018, in un match di Youth League (contro i cechi del Viktoria Plzen), si ruppe sia il crociato anteriore sia quello posteriore, entrambi i menischi e la capsula. Ma tra le rotture che hanno fatto letteratura nella Capitale c’è anche quella di Rick Karsdorp.
Più o meno la sfortuna che ha avuto anche Luca Pellegrini, che nel ritiro di Pinzolo del 2017 vide saltare il suo crociato anteriore sinistro durante l’amichevole con lo Slovacko, per poi rifermarsi il 6 dicembre (poco dopo il rientro), questa volta però per la frattura della rotula. E poi l’infortunio di Rüdiger in nazionale, quello di Mario Rui a Boston (nella tournée estiva del 2016) e l’ultimo antecedente a Zaniolo, quello di Zappacosta in allenamento.
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