rassegna stampa

I cervelli di Juve-Roma

Cambi, mentalità, le incursioni di Pjanic e Nainggolan, l’uso del Pipita e Dzeko: così lo scudetto passa dalle idee diverse di Max e Luciano

Redazione

La più grande qualità di Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti? Sono allenatori in movimento, sempre in cammino e alla ricerca (non ansiosa) di soluzioni nuove. Allegri è sempre stato un allenatore classico: il risultato prima di tutto, anche se è stato bravo a non estremizzare. Per lui non c’è un sistema migliore di altri, non c’è uno schema più vincente di altri: è giusto tutto quello che ti fa conquistare i tre punti e i trofei. Spalletti ha una visione più naif: gli piace il bello, è un esteta e ha sempre trasmesso quest’idea alle sue squadre.

Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", per sabato Allegri non vuole cambiare l’anima guerriera della Juve, ma le vorrebbe cucire addosso un vestito più elegante. Il trequartista è un po’ lo specchio della trasformazione di Allegri. Marotta e Paratici gli hanno comprato Pjanic e lui gli ha fatto fare un giro guidato negli altri ruoli del centrocampo, un po’ perché nel suo calcio tutti devono saper fare tutto e un po’ perché la qualità non va confinata solo a trenta metri dalla porta. Però lo sviluppo futuro della Juve potrebbe essere quello: il 4-3-1-2 o il 3-4-1-2. Spalletti aveva proprio Pjanic ed è rimasto senza. Ma nel suo processo di trasformazione della Roma il trequartista ideale è Nainggolan, mediano di nascita e poi incursore di successo, non rifinitore ma sconfinato nell’interpretazione del ruolo.

Anche il centravanti è un punto di contatto significativo tra i due allenatori della supersfida. Spalletti volle fortemente Dzeko, ma i gol non arrivarono. Quest’anno gli ha chiesto di muoversi di più con i compagni: Edin lo fa e, nel frattempo, è anche capocannoniere. Lo scettro l’ha sottratto, magari temporaneamente, a Higuain, per il quale la Juve ha speso 90 milioni. Allegri è stato molto criticato per il modo in cui ha utilizzato l’argentino, un po’ in panchina e un po’ vice Dybala quando Paulo si è infortunato. Sabato sera il peso dei due centravanti sulla partita sarà probabilmente determinante. Così come la lettura della partita da parte dei due tecnici.