rassegna stampa

I 70 anni di Pierino Prati: “A Roma ero un idolo. Capisco perché Totti non è voluto andare via”

L'ex attaccante di Milan e dei giallorossi commenta: "Nella capitale ho passato quattro anni bellissimi. La Roma è più forte della squadra di Montella"

Redazione

Pierino Prati, un nome, una garanzia per l'attacco ed ora che sta per compiere 70 anni (martedì) continua a fare gol, insegnando calcio ai ragazzini. Per loro, come per i genitori o nonni, è sempre Pierino, nome di battesimo registrato all'anagrafe. «Non è il solito diminutivo, perché mio papà volle chiamarmi proprio così, Pierino e non Piero», come riporta Alberto Cerruti su La Gazzetta dello Sport.

Un Pierino di 70 anni, le fa effetto?

«Per niente. Non mi sento 70 anni, perché ho la fortuna di non avere acciacchi. E se sto così bene, con il fisico e con la testa, il segreto è il contatto continuo con i giovani delle scuole calcio Milan, dai 6 ai 12 anni. Avevo allenato anche l’ultimo figlio di Berlusconi, Luigi, che era bravino. A proposito, spero che Berlusconi rimanga e porti avanti il progetto dei giovani, con più italiani possibili».

Che cosa insegna ai ragazzi?

«Cerco di farli divertire e mi diverto anch'io a segnare, soprattutto su rigore, anche se ogni tanto sbaglio apposta. Così li faccio contenti, raccontano ai genitori di aver parato un rigore di Prati, anzi di Pierino».

Perché lasciò il Milan a 26 anni?

«Negli ultimi due mesi ero stato fermo per la pubalgia. Saltai la finale di Coppa delle Coppe e la «fatal Verona», dove perdemmo lo scudetto della stella. Buticchi pensava che non fossi più quello di prima e mi cedette alla Roma. Fu un brutto colpo, ma l’amarezza passò in fretta. A Roma ho passato quattro anni bellissimi. Alla prima partita contro il Milan ho segnato due gol, diventando subito l’idolo dei tifosi che sono davvero unici. E così capisco Totti che non ha mai voluto andare via».

Lunedì c’è la sua partita Roma-Milan: chi ha più possibilità di inseguire la Juve?

«La Roma è più forte, il Milan più regolare. Montella mi piace molto, è stato bravo a entrare nella testa dei giocatori, ma lo scudetto mi sembra troppo. Firmerei per il terzo posto».

Dove festeggerà 70 anni?

«A Roma. Mi hanno invitato alla partita, poi mi fermerò per presentare la mia autobiografia, con il ricavato che andrà in beneficenza. E comunque finisca lunedì sera io sarò contento, perché il mio cuore è per tre quarti rossonero e un quarto giallorosso».