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Ho fatto “crac”. In Italia traumi in calo ma la Roma è messa male: 16 mesi complessivi di stop

LaPresse

In stagione i casi di rotture di menischi e crociati, distorsioni e lesioni di ginocchia o caviglie sono stati più frequenti in Inghilterra. L’Italia è ultima fra i cinque tornei big d’Europa

Redazione

Non siamo i più tartassati d’Europa. Come scrive 'La Gazzetta dello Sport' i casi Zaniolo e Demiral non capitano solo sui nostri campi. Menischi, crociati, distorsioni, lesioni, caviglie e ginocchi saltati sono, purtroppo, una costante in Europa. Che gioca tanto, a volte tantissimo. La Serie A ha registrato finora 37 infortuni traumatici, dai più gravi, come quelli di Zaniolo e Zappacosta, di Pavoletti, di Kouamé e di Demiral, fino ai meno gravi, tipo distorsioni o contusioni. Come durata totale sta peggio di tutti la Roma con 16 mesi complessivi di lontananza dai campi, seguita dalla Juve a 14.

Il torneo più logorante per traumi è la Premier: 82 k.o.,  circa 185-190 mesi globali di assenza dai campi rispetto ai 110 mesi dell'Italia. I team più colpiti sono l’Aston Villa con 8 infortuni, a 7 Liverpool e Chelsea.  Uno dei motivi dei tanti traumi può essere il fatto che si giochi tanto. E più si gioca più si accorciano i tempi di recupero dallo sforzo, e poi ci si allena di meno e a volte peggio.

Dal 2001 la Uefa monitora ogni stagione il livello e le tipologie di infortuni: nel 2018-19 sono stati soprattutto di natura muscolare, 437, il 50%; 126 (il 15%) ai legamenti e 177 (20%) infortuni gravi e traumatici, tipo ginocchia (il 12% del totale) e caviglie. Insomma gli infortuni alla Zaniolo sono l’estrema minoranza. Un dato non in aumento, ma in calo, visto che nel 2017-18 erano il 17% e in media negli ultimi anni il 14%. In crescita sono i k.o. muscolari, fino a 5 anni fa il 40% dei casi e ora alla metà.