rassegna stampa

Hernanes dà la luce. Totti uomo ovunque

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Più che un Profeta, un falco. Anche se il modo in cui spedisce Klose a trafiggere il cuore della Roma, è il frutto di una visione. Dall’altra parte, più che il Capitano, un soldato semplice.

Redazione

(Gazzetta dello Sport-A.Catapano) Più che un Profeta, un falco. Anche se il modo in cui spedisce Klose a trafiggere il cuore della Roma, è il frutto di una visione. Dall'altra parte, più che il Capitano, un soldato semplice.

Almeno per l'abnegazione con cui deve alternare lavoro di fino a lavoro sporco. (…) Hernanes e Totti, il Profeta e il Capitano, appunto. Entrambi protagonisti, con pesi diversi e alterne fortune. Muovono dallo stesso punto di partenza, la trequarti: il brasiliano vi resterà per tutta la gara, tutt'al più allargandosi un po' e, nel finale, badando a coprire le spalle all'esausto Mauri. Totti no, la corsa per lui prevede subito un gran premio della montagna. In dieci contro undici, senza Lamela, giocherà gli 84 minuti che «restano» comparendo in ogni zona dal centrocampo in su: mediano, trequartista, centravanti. Il migliore della Roma, ma non è una novità. E non stupisce nemmeno l'umiltà con cui si presta a fare pure il portatore d'acqua. Tra tante adesioni verbali al Progetto, lui dimostra fedeltà coi fatti: Luis Enrique lo tiene più lontano dalla porta? Va bene. Gli mette il peso della squadra sulle spalle? Ok, sono sufficientemente larghe. Lo rimette sotto porta per trovare il gol della disperazione? Benissimo, in fondo è il suo mestiere.

 

Vincere facile A Hernanes piace. Il Profeta vede, prevede e ci azzecca, bravo! Ma se ti guardano le spalle due tipi come Matuzalem e Ledesma, sempre in pieno controllo del centrocampo, l'impresa diventa meno proibitiva. Falcao lo ha designato sui erede, ma rispetto al Divino il Profeta ha un raggio d'azione assai più limitato. Il fatto che sia la terra di nessuno — la trequarti — tra due zone di confine — centrocampo e attacco — ne aumenta il peso specifico. (…) Ma i palloni che tocca lui diventano oro. Bastano i due con cui indirizza pesantemente la partita: quello con cui lancia Klose verso Stekelenburg e l'altro, due minuti dopo, con cui supera Lobont dal dischetto. Hernanes è un tipo che non perdona, ne sa qualcosa Heinze che appena sbaglia un appoggio se lo ritrova addosso come un falco. Altra nota di merito: il ronzare intorno a De Rossi, depotenziandolo. Pecca che poteva risultare fatale: il 3-1 che si divora nel finale.

Perdere sempre Triste dirlo parlando di Totti. Ma come commentare altrimenti 12 sconfitte su 30 partite ufficiali? Il capitano, c'è da dire, fa di tutto per evitare l'ennesimo k.o. stagionale, e un altro tonfo nel derby. Si rimbocca le maniche, va a caccia di ogni pallone, e quando chiude da centravanti sfiora il gol un paio di volte. Insomma, deve cantare e portare la croce. Le statistiche della Roma confermano: Totti tira più di tutti tre volte, anche se sempre fuori, crossa più di tutti 3, come Marquinho e subisce più falli di tutti 9. Nello score anche tante palle perse 11, ma impossibile mantenere sempre la lucidità nelle sue condizioni. Quello che i numeri non dicono, è l'atteggiamento di Totti: trascinatore della squadra, dà l'esempio ai compagni, si lascia prendere dai nervi solo nel finale, forse pensando a come si è ridotta la sua Roma.

Guardando oltre Da oggi le strade di Hernanes e Totti tornano a dividersi, e per raggiungere mete diverse. Il Profeta viaggia verso l'Europa, il Capitano al massimo verso... Sabaudia. Ma non è colpa sua.