E' ormai un giocatore entrato in pieno a Roma e nella Roma. Antonio Rüdiger è uno di quei giocatori ai quali tutti vogliono bne. Come evidenzia Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, il buonumore del tedesco è contagioso e nello spogliatoio pesa parecchio. Spalletti e i suoi collaboratori lavorano tanto con lui e su di lui, e Antonio sta prendendo sempre più confidenza coi compagni e col campionato italiano. E i tifosi apprezzano gli sforzi e, al netto di una tecnica non proprio sopraffina, iniziano a volergli bene.
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Hashtag, zoo e risate. Rüdiger pazzo di Roma
Il suo buonumore è contagioso e nello spogliatoio pesa parecchio, Spalletti e i suoi collaboratori lavorano tanto con lui e su di lui, sta prendendo sempre più confidenza coi compagni e col campionato italiano
«Adesso sono molto felice, ho avuto un inizio non facile perché era la prima volta che lasciavo la Germania per giocare in un altro paese. Ma qui mi sento a casa» ha detto Rudiger a Roma Radio.
«Sono un centrale ma posso giocare un po’ in tutti i ruoli, l’importante è aiutare la squadra. Pur essendo destro preferisco giocare a sinistra perché credo di poter giocare di più la palla, in Bundesliga l’ho fatto spesso. Sono nato a Berlino, i miei genitori sono della Sierra Leone e per questo sono nero, non tipicamente tedesco — racconta ridendo —. Quello che ho preso della Sierra Leone e dai miei genitori? Nella vita, se vuoi qualcosa, devi lottare per ottenerla. Sono un guerriero e lotterò sempre. Sono stato a 15 anni in Sierra Leone ma vorrei tornarci il prima possibile per vedere come vanno le cose nel Paese, una terra che ha bisogno di aiuto e io nel mio piccolo cercherò di fare del mio meglio anche se i problemi sono di una tale portata per cui serve l’intervento di tutti. Neanche Obama da solo può riuscire a risolvere la piaga del mondo, figuriamoci noi».
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