rassegna stampa

Gravina scende in campo: “Lo stadio della Roma si deve fare”

Il presidente Figc: "La società non è coinvolta nelle inchieste, ha il diritto di chiedere che l’iter arrivi al termine"

Redazione

"Lo stadio della Roma si deve fare, dobbiamo rendere il calcio uno spettacolo più confortevole per tutti". Gabriele Gravina lo afferma senza mezzi termini, scrive Alessandro Catapano su La Gazzetta dello Sport.

Del resto, sul tema il presidente federale si espresse in tempi non sospetti, prima che si alzasse l’ennesimo polverone giudiziario. "Il rilancio del calcio italiano non può prescindere dal varo di un grande piano infrastrutturale". Il capo del calcio italiano non può assistere in silenzio all’ennesima "spallata" – per usare le parole di Virginia Raggi – che il "vecchio sistema" prova a dare al progetto Tor di Valle.

Presidente Gravina, auspicano tutti un rilancio dell’impiantistica sportiva in Italia, eppure lo stadio della Roma – un progetto da 800 milioni di euro –, ormai approvato da mesi, è ancora vittima di inchieste giudiziarie e lungaggini burocratiche...

"Il mio auspicio è che lo stadio della Roma si faccia. In Italia, a Roma in particolare, c’è bisogno di impianti moderni che rendano il nostro spettacolo più fruibile e confortevole per tutti. Non è solo una questione legata ai maggiori introiti, che comunque hanno la loro importanza".

La Roma sostiene di aver maturato ormai un diritto a costruire. Lei è d’accordo?

"Da quanto è emerso dalle due inchieste penali, almeno per quello che abbiamo letto finora, quanto accaduto negli ultimi mesi non coinvolge la società che, legittimamente, chiede che sia portato a termine l’iter amministrativo. D’altronde, sono stati visitati diversi siti prima l’area giusta ed è stato rimodulato il progetto esattamente come richiesto dall’amministrazione capitolina. Adesso ci si aspetta una soluzione rapida che consenta l’avvio dei lavori".

Quale valore aggiunto può dare uno stadio di proprietà ad un club del livello della Roma?

"È fondamentale in termini di fidelizzazione e di partecipazione. Alimenta un senso di appartenenza che, come dimostra il caso Juventus, fa bene anche ai risultati sportivi, non solo a quelli economici".