Gabriele Gravina incassa il sì del Consiglio federale al rafforzamento dell’articolo 16. Che si occupa del rimbalzo italiano della vertenza: cedere alla tentazione del "pochi e ricchi" significherà rinunciare a giocare i campionati nazionali. Ecco la nuova regola per filo e per segno: "Ai fini dell’iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla Fifa, dalla Uefa e dalla Figc, che comporta la decadenza dell’affiliazione". Fino - si legge su 'La Gazzetta dello Sport' - a un’ulteriore sottolineatura: "La disputa di gare e tornei amichevoli senza l’autorizzazione della Figc comporta la decadenza dell’affiliazione". Fra l’altro anche con il sì di Beppe Marotta, l’a.d. interista che in Consiglio federale rappresenta la Lega di A e di cui diversi club invocano le dimissioni dopo l’adesione, poi ritirata, alla Superlega.
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Gravina: “O con la Uefa o fuori”. Sì alla norma anti-scissioni
Il presidente incassa l’ok del Consiglio, voto positivo anche da Marotta. Poi la proposta: "Dal 2021-22 le spese non superino l’80% dei ricavi"
"Chi continuerà a essere intransigente — chiama così gli oltranzisti capitanati dal Real Madrid — rischia l’esclusione dalle competizioni internazionali". Ma quello è il fronte europeo, per quello italiano si agirà con la concessione (o meno) delle licenze nazionali. E su questo punto c’è una data-ultimatum, quella del 30 giugno, scadenza per l’iscrizione ai campionati. Gravina, però, sa che il tema della sostenibilità del calcio non può essere ignorato. E su questo punto il presidente federale formula una proposta: per reagire alla crisi non serve solo immaginare di aumentare i ricavi, ma anche — e soprattutto — controllare i costi."Se i costi superano i ricavi tu fallisci. Dalla stagione 2021-2022 ho chiesto la possibilità di non superare l’80 percento dei costi in rapporto al monte ricavi. Chi vuole spendere di più deve mettere sul tavolo una garanzia fideiussoria".
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