Il risultato di ieri è duro da accettare, ci sono cose che nontornano: un rigoreevidente non concesso alla Roma sullo 0-0 e un altro sospetto sull’1-0; il rammarico per l’insolito caso dei dueautogol; il rimpianto per certe ripartenze che dovevano essere chiuse con cattiveria e non finir preda di timidezze e riverenze. Resta però l’impressione di aver incassato quattro gol da un Barcellona che non ha giocato la miglior partita della stagione e che faceva e disfaceva l’incontro secondo gli umori di Messi e Iniesta, ieri tendenti al variabile. Non raccontiamoci favole sulla «rovesciabilità» del 4-1 all’Olimpico. Nel ritorno, al Barcellona basterà alzare un sopracciglio, per riprendersi con gli interessi ogni eventuale e momentanea cessione di sovranità.
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Gioco, cuore e Dzeko. Ma quanti errori… E il Barcellona ne fa 4
Due autogol, un rigore non visto: punteggio severo. Il gol del bosniaco aveva ridato speranza. Poi la sentenza Suarez
Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", la Roma ha pagato la codardia dell’arbitro, che sullo 0-0 ha negato ai giallorossi un rigore per nettofallo di Semedo su Dzeko. E verso la fine della prima frazione si è fatta male da sé con un’autorete figlia del terrore che incutono quei due, Iniesta e Messi, quando fanno sistema.
La squadra giallorossa ha ceduto un’altra volta alla sindrome di Stoccolma, all’intelligenza col nemico. Secondo autogol, questa volta di Manolas sotto pressione di Umtiti. Lo sconforto ha aperto le acque e per cinque minuti è venuto giù tutto, compreso il tris di Piqué su respinta corta di Alisson. Sul 3-0 la Roma ha sussultato per la classica reazione di orgoglio ed è arrivato il gol di Dzeko, ma Suarez ha richiuso lo spiraglio.
(S. Vernazza)
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