Costruzione dal basso, possesso palla, dominio della partita e sfruttamento massimale dell’ampiezza del campo. A vederla così, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, sembra il manifesto dello stesso calcio, quello che accomuna nei principi basilari due giochisti come De Zerbi e Fonseca.
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Giochisti contro. Dominio, possesso e costruzione: De Zerbi e Fonseca, tecnici allo specchio
Amanti del bel calcio, del football che deve costruire e non distruggere, di un pallone che tende a vincere divertendo
Amanti del bel calcio, del football che deve costruire e non distruggere, di un pallone che tende a vincere divertendo. Due allenatori che per alcuni versi si assomigliano e per altri si stimano, non fosse altro perché nessuno dei due ama speculare, ma piuttosto inventare. Oggi pomeriggio si troveranno di fronte per la quarta volta nella loro storia, con un bilancio in perfetto equilibrio: una vittoria a testa (4-2) nella scorsa stagione e lo 0-0 dell’andata. E pensare che prima di scegliere Fonseca, nell’estate 2019, la Roma aveva sondato proprio De Zerbi per prendere il posto di Ranieri. E magari la cosa potrebbe tornare anche di moda a giugno, nel caso in cui le strade del portoghese e dei giallorossi si separino.
Fonseca e De Zerbi si piacciono e si stimano, perché il loro modo di intendere il calcio è simile sotto molti punti di vista. Lo dicono i numeri, appunto, ma lo dicono anche gli stessi interpreti. "Io preferisco affrontare squadre come Sassuolo o Ajax (avversario in Europa League, ndr ), squadre che vogliono sempre l’iniziativa o la palla – dice Fonseca – Ma vincere dipenderà soprattutto da noi, dovremo giocare al cento per cento". I giochisti, del resto, sono così. Pretendono sempre il massimo...
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