Proprio nella settimana delle polemiche post-Torino, dei tanti gol falliti in un altro Olimpico, Dzeko torna a segnare. Anche sulla scia, per lui pesantissima, delle giocate illuminanti di Totti. Ieri Spalletti la sua scelta l’ha fatta: dentro Dzeko e fuori il re di Roma, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". E stavolta la corona è finita sulla testa del bosniaco, bravo a indossarla in neanche 5 minuti di gioco, al primo tiro in porta.
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Gioca, segna, lotta: Edin re per una notte al posto di Totti
Il centravanti bosniaco al termine del match contro l'Inter: «Sono un altro giocatore rispetto all’anno scorso». E De Rossi insulta il pubblico per difendere il compagno
Spalletti aveva risparmiato Dzeko in Europa League contro l’Astra Giurgiu per fargli ricaricare le pile della testa e scaricare le tossine dei veleni. Quegli stessi veleni che ha scaricato anche De Rossi, mentre lo festeggiava: «Guardate questa maglia, ha segnato lui. Ora criticate, pezzi di merda», il labiale di Daniele rivolto ai tifosi della tribuna Tevere. Una vena spenta, quella di Daniele, per difendere un compagno che ci soffriva e un po’ ci soffre ancora. «Neanche mi ricordo quello che ho detto – dice De Rossi a fine gara – forse li ho invitati a comprare la maglia di Dzeko, ma in bosniaco... Quando segna lui siamo tutti un po’ più contenti». Già, perché poi, nonostante Dzeko abbia segnato finora in campionato 5 gol in 7 gare (era dal 2012/13 che non partiva così) e all’Olimpico sia andato a segno in tutte e 4 le partite, i tifosi hanno continuato a riderci un po’ su. Colpa dei tanti gol sbagliati nella scorsa stagione. «Io sto molto bene e in campo si vede – dice lui alla fine – sono un altro Dzeko rispetto allo scorso anno. Ma devo segnare di più, devo essere più cattivo. In carriera ho sempre giocato con un attaccante al mio fianco, qui faccio la prima punta, ma va bene anche così. De Rossi? Abbiamo esultato, ma non ho sentito cosa ha detto. Questa era una partita troppo importante da vincere, è la strada giusta».
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