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Ghini: “Non parlo di scudetto. Gasp antipatico? L’allenatore non deve far ridere”

Ghini: “Non parlo di scudetto. Gasp antipatico? L’allenatore non deve far ridere” - immagine 1
Le parole dell'attore: "Mica si prendono gli allenatori perché devono essere simpatici ai tifosi. L’importante è che siano bravi, non mi pare che gli altri allenatori siano dei comici consumati"
Redazione

Ha recitato in oltre 100 film senza contare gli spettacoli teatrali e le conduzioni televisive. Massimo Ghini è uno dei volti romani e romanisti più noti. Una piazza che oggi ama un torinese “antipatico” come Gasperini. Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport:

Domanda di rito, ci crede allo scudetto? "No, no. Non voglio nominare quella parola. Io sono un attore e come tutti gli attori sono scaramantico, godiamoci il momento".

Alla regia c’è Gasperini, è lui l’arma in più? "Gasperini non è solo un allenatore, è un progetto e come tale va capito e aspettato. Qui c’è troppo isterismo. Siamo un pubblico meraviglioso, ma bisognerebbe essere più umani. Siamo ancora legati alla storia dell’Impero Romano quindi pretendiamo il massimo ma bisogna avere pazienza. Questa è una squadra che va costruita e mi pare che le basi ci sono".

Eppure Gasp tutto era tranne che amato dalla piazza. "Ma mica si prendono gli allenatori perché devono essere simpatici ai tifosi. L’importante è che siano bravi, non mi pare che gli altri allenatori siano dei comici consumati. Lui ha dimostrato di avere un grande senso di responsabilità e gestione. Questo i tifosi lo capiscono".

Non sarebbe il primo antipatico di successo. "Qui si è vinto poco, ma i tre scudetti li hanno portati un ungherese (Schaffer), uno svedese (Liedholm) e un friulano (Capello) che è un mio grande amico. L’ultima coppa l’hai vinta con Mourinho che non mi sembra Checco Zalone. Con la gente simpatica puoi andarci a cena, ma il calcio è un’altra cosa. A Bergamo non è che Gasperini faceva ridere i bergamaschi perché si vestiva da Pulcinella, eppure li ha fatti divertire".