"Un grande gioco di squadra". Potrebbe parlare della sua Roma, ma stavolta Alessandro Gassmann si riferisce a Il Silenzio Grande, applaudito a Venezia e in sala dal 16 settembre, di cui è regista ma non nel cast: "Un allenatore non giocatore, ma resto sempre anche un attore, come nel caso de I bastardi di Pizzofalcone che torna su Rai 1 il 20 settembre" dice l'attore regista intervistato da Elisabetta Esposito su La Gazzetta dello Sport. Ne “Il Silenzio Grande” racconta di piccoli silenzi che diventano muri. La sensazione è che Mourinho non lasci spazio ai non detti "È un uomo che sa utilizzare la psicologia nel calcio in maniera straordinaria, con una fortissima personalità, che sa di calcio e ha fatto scelte giuste, anche se la perdita di Dzeko mi ha dato un grande dispiacere. Mi sembra abbia intenzione di lasciare un segno nel nostro campionato e spero davvero ci riesca. I meccanismi di gioco non sono ancora ben assimilati, ma quello che mi piace è l’atteggiamento in campo, non molliamo mai, non abbiamo quegli abbassamenti di tensione che tanti punti ci hanno fatto perdere. Se Mou continuerà a spronarli così possiamo di certo divertirci. E poi l’idea di mettere l’inno durante l’ingresso dei giocatori mi è piaciuta tantissimo, è molto fico, è molto meglio. E peggio per gli avversari...". In un post su Abraham scrive: “Tocca che state belli alleprati che è ’n attimo”. Vuole spiegare il concetto per i non romani? (Ride) "Certo... Mi sembra di poter asserire che sia arrivato un giocatore che costringerà gli avversari a marcarlo molto da vicino, basta perderlo un secondo e può giungere dove voi non volete, quindi state alleprati... In allerta come le lepri. Abraham ha grandi mezzi, un fisico da extraterrestre e una grinta micidiale, è entrato subito nello spogliatoio e sa fare squadra. È molto più leader di Dzeko, pur essendo più giovane e meno esperto. Quanto agli altri arrivi, devo ancora capire bene Vina, mentre Shomurodov mi piace, si sacrifica tanto e mi sembra molto adatto al gioco di Mou". Poi è tornato Zaniolo. "L’ho visto bene e se ancora non è quell’esplosione a cui ci aveva abituati, resta un fuoriclasse. Vedendo le sue lacrime dopo il gol mi sono commosso". Dove può arrivare la Roma? "La squadra è cambiata molto, un po’ di tempo servirà. Ma possiamo tranquillamente ambire alla zona Champions. Non ci sono imbattibili, sarà un campionato divertente. Certo, la A ha perso due super giocatori come Ronaldo e Lukaku, ma Abraham può diventare il super giocatore del futuro". Intanto oggi c’è il Sassuolo. "Squadra rognosa. Sono ben organizzati e coraggiosi, però con la mentalità dimostrata finora siamo superiori". È già tornato allo stadio? "Non ancora, lo farò presto. Vorrei stadi più pieni, almeno al 75%, ma tutti con le mascherine, ne ho viste poche ed è pericoloso". La prima volta all’Olimpico? "Con mio padre. Era un tifoso vero, cantava, urlava, ma detestava chi inveiva contro l’avversario. Oggi farebbe fatica. Mi diceva sempre: “Vedi Alessandro, prendi ad esempio questi signori come cose da non fare”. Non gli ho mai dato retta".
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