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Sarà un po' come guardarsi allo specchio. Da una parte Gian Piero Gasperini, con i suoi trascorsi bianconeri, dall'altra Luciano Spalletti che ha scritto pagine importanti di storia giallorossa. Da una parte Cristante e dall'altra Locatelli, percorsi a volte tormentati, tante discussioni, tante critiche, ma poi eccoli sempre lì. Da una parte McKennie, dall'altra Celik: ma non dovevano andare via? Da una parte Koné e dall'altra Khéphren Thuram, quando il cuore, anche in campo, parla francese. E soprattutto da una parte Yildiz e dall'altra Soulé: pensa un po' che coppia, di classe e fantasia, sarebbe stata. Sapremo se i bianconeri possono davvero rientrare nel giro delle prime e ambire a qualcosa in più della Champions League. E sapremo se la Roma ha le carte in regola per puntare allo scudetto. Lo scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. D'altronde se Gasperini ti dice che non firmerebbe per il quarto posto, per la Champions League, qualcosa dovrà pur significare. La partita con il Como ha confermato una sensazione: la Roma è a tutti gli effetti una squadra, anzi una Squadra. Perché non si gioca per 90' con quell'intensità, quello spirito di collaborazione, quella voglia di andare a prendersi il risultato se non hai il senso del sacrificio collettivo. Ma con un attaccante da copertina, un centravanti dai gol facili, per che cosa firmerebbe Gasperini? Intanto aspetta di ricevere il regalo, magari per la Befana.
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