Due gol nelle ultime tre partite, anche se poi le reti di Nainggolan (al Genoa) e di Astori (all’Udinese) sono di quelle pesantissime, valse sei punti (che diventano sette in 3 gare con il pareggio casalingo con il Milan per 0-0). Un dato però è evidente, in questo incrocio tra le quattro di testa la Roma è quella che in questo momento storico fatica di più ad andare a segno. Lo dimostrano i numeri (con i 29 gol al suo attivo, quello giallorosso è il quarto attacco tra i 4 di testa, dietro i 35 della Juventus, i 32 del Napoli ed i 31 della Lazio), lo certifica spesso Garcia, che non perde occasione quest’anno per ribadire come la Roma sbagli troppo sotto porta, sia poco cinica, spesso si faccia anche del male dal sola, tenendo in vita l’avversario. Insomma, manchi di quel killer instinct decisivo per chiudere le partite.
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Adesso Garcia si aspetta di più dagli uomini-gol
Tra le quattro di testa la Roma è quella che in questo momento storico fatica di più ad andare a segno.
VERSO IL TRIDENTE È anche per questo che a Garcia era venuto in mente di aumentare il peso offensivo dell’attacco, magari giocando domani con due punte vere, Destro (sulla sua situazione se ne parla a parte) e Totti, anche se poi il capitano giallorosso in realtà punta non lo è più. O almeno no nel senso di centravanti puro, visto che spesso e volentieri si abbassa sulla linea dei centrocampisti o galleggia tra le due linee (centrocampo ed attacco) per andare a lavorare quei palloni che altrimenti non avrebbe. Del resto, poi, la Roma con il centravanti puro ci gioca poco, se non di rado. Men che meno ora, che dalle fasce arrivano pochi rifornimenti, causa la condizione fisica non ottimale di Maicon. Ecco perché con la Lazio, molto probabilmente, il tecnico francese alla fine confermerà le tre punte, con un esterno (Florenzi) che avrà soprattutto compiti di copertura (su Felipe Anderson, ribaltato a sinistra per dare spazio a Candreva) e l’altro — Iturbe — che dovrà provare ad andare dentro, magari proprio su imbeccata dello stesso Totti.
POCHI TIRI Nonostante la cooperativa del gol (con quello di Astori a Udine la Roma in campionato ha mandato a segno 13 uomini, nessuno in A è riuscito a fare tanto), c’è un altro dato che è il sintomo di quanto i giallorossi quest’anno fatichino in fase offensiva: i tiri in porta, 4,9 di media a gara (su circa 13 a partita), peggio non solo delle altre tre grandi dell’incrocio di domani (7,3 Napoli, 6,6 Juventus e 5,8 Lazio) ma anche della Fiorentina (5,6). Se poi si pensa che il giocatore della Roma che tira di più in porta è Radja Nainggolan (32 tiri totali, alle sue spalle i 27 di Totti), allora forse qualcosa non torna. Va bene gli inserimenti, va bene i giocatori da box to box, ma ora ha ragione Garcia: è arrivato il momento che gli attaccanti della Roma si prendano maggiori responsabilità, diventino più cinici, siano anche più sfacciati sotto porta. E, magari, aggiustino un po’ la mira. Ljajic in questi primi quattro mesi di campionato ha già segnato i gol della scorsa stagione (6), ora la Roma si aspetta qualcosa in più da Iturbe (già da domani) e Gervinho (quando tornerà).
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