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La Gazzetta dello Sport

Fuori dalla Borsa: il club ora possiede il 100% delle azioni

Fuori dalla Borsa: il club ora possiede il 100% delle azioni - immagine 1
Tecnicamente è stato acquistato ieri l’ultimo 3,87% dei titoli ordinari

Redazione

Qualcuno la chiama una svolta epocale, qualcuno altro l’inizio di una nuova era, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Di certo c’è che da ieri la storia della Roma in Borsa si è ufficialmente chiusa, ben 8.149 giorni dopo il suo sbarco, il 23 maggio 2000, quando fu il presidente Franco Sensi a portare il club giallorosso a Piazza Affari con una quotazione di 5,54 euro per ogni singola azione (operazione che fruttò 71,5 milioni).

Ieri la Roma ha ufficializzato l’uscita con un comunicato, pubblicato sul sito e datato Houston. Il riferimento è all’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria promossa da Romulus and Remus Investments LLC su un numero massimo di 62.918.072 azioni, opa che tecnicamente si è conclusa ieri con la procedura congiunta sulle azioni residue: 24.360.863, pari al 3,874% del capitale sociale, con un esborso economico di 10.962.388,35 euro (la scia finale dello squeeze out). Cifra che fa parte di quei 38 milioni di euro che erano già stati messi in preventivo dai Friedkin per andare a completare l’operazione, con i titolari delle azioni residue che incasseranno 0,45 euro ad azione. Da ieri, dunque, la Roma detiene l’intero pacchetto azionario, il 100% del proprio capitale sociale.

I dettagli del loyalty program, il programma speciale stile Nba chiamato «Assist Club», saranno comunicati presto, dopo la call in action che servirà a capire chi ha diritto a cosa tra gli azionisti che hanno preso parte all’opa. Nel programma ci sono tante cose: dal proprio nome a Trigoria all’opportunità di incontrare il top management (compresa una cena con i Friedkin) fino all’occasione di poter assistere agli allenamenti, facendo la conoscenza diretta di Mourinho e dei giocatori.