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rassegna stampa

Frongia: «Roma, uno stadio vicino all’Europa»

L’assessore allo Sport: "La riduzione delle cubature e l’abbattimento delle torri non incide sulle opere pubbliche che serviranno sia per i tifosi che vanno allo stadio, sia per i cittadini"

Redazione

Roma chiama Londra. Daniele Frongia, assessore dello sport delle politiche giovanili di Roma, 44 anni, ha incontrato ieri il suo omologo londinese, Simon Cooper, Head of Sport, per parlare di scambi culturali e programmi condivisibili tra le due capitali. Questa una parte dell'intervista sul progetto stadio della Roma.

Londra ha 15 stadi. A Roma sei anni di battaglie politiche per dare il via libera a quello che dovrebbe sorgere a Tor di Valle.

«C’è un elemento che sfugge nelle cronache dei giornali: la decisione sullo stadio della Roma fu presa dall’amministrazione Marino nel dicembre 2014. Noi abbiamo cercato di trovare la soluzione ottimale nel rispetto dell’ambiente e del cittadino. La riduzione delle cubature e l’abbattimento delle torri non incide sulle opere pubbliche che serviranno sia per i tifosi che vanno allo stadio, sia per i cittadini».

Londra è la città dei grattacieli, a Roma le torri non funzionavano: perché?

«Nel quadrante dell’area-stadio ci sono altre torri inutilizzate».

La sua opinione sulle dimissioni dell’assessore Berdini?

«Ci sono stati due Berdini: quello pubblico accanito detrattore dello stadio, con o senza torri. Quello privato negli atti formali non ha espresso pareri contrari».

Squadra, capitano e prima partita allo stadio?

«Sono romanista. Il mio capitano è Agostino Di Bartolomei. La prima partita allo stadio Roma-Napoli 5-2 nel 1983».

(S. Boldrini)