Friedkin ci sta riflettendo su, con i suoi avvocati e gli advisor di Jp Morgan sta studiando al dettaglio tutti i conti della Roma. Dovrebbe tornare nella Capitale a dicembre, prima delle feste di Natale. E al massimo ad inizio 2020, scrive La Gazzetta dello Sport, vorrebbe anche dare l’ok all’aumento di capitale da 150 milioni di euro, di cui il magnate di Houston ne verserebbe circa 130. Poi andrebbe all’assalto del club, valutato da Friedkin circa 600 milioni di euro (da cui scalare i 272 di indebitamento attuale), più eventualmente gli 80 che Pallotta ha finora speso per i progetti dello stadio.
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Friedkin torna a dicembre, vuole chiudere per Natale
Il magnate americano è a Londra, presto darà una risposta a Pallotta E il titolo continua a volare in borsa
Ma perché l’attuale presidente giallorosso sta pensando a passare la mano? Li certo la lunga trafila per lo stadio di Tor di Valle ha snervato Pallotta. A Trigoria sono fiduciosi sul buon esito della questione, ma resta l’amarezza di un percorso lungo quasi sette anni. Un’amarezza acuita in modo esponenziale dai fatti della scorsa estate, quando dopo l’addio di De Rossi lui e la sua famiglia sono stati oggetti di insulti ed offese molto pesanti. Nel caso in cui Friedkin decida di prendersi il pacchetto di maggioranza, Pallotta vuole restare all’interno della Roma con delle quote. Perché lo stadio resta un business importante e perché se un giorno la Roma dovesse riuscire a vincere qualcosa, gli dispiacerebbe non essere dentro quella vittoria.
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