rassegna stampa

Fonseca: “Peccato…”. Dzeko e Spinazzola, sgambetti all’Inter

LaPresse

Il tecnico: "Ormai ero certo di vincere". Il bosniaco e l’esterno erano stati vicinissimi ai nerazzurri

Redazione

Niente, sembra davvero una maledizione. Perché alla vigilia era stato chiaro, in tal senso: "È vero, contro le prime quattro non siamo mai riusciti a vincere, ma abbiamo fatto sempre buone partite, andando vicini alla vittoria", aveva detto sabato Paulo Fonseca, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.

E anche ieri la storia si è ripetuta. Niente vittorie, ma un bel po’ di rammarico sì. Perché senza quell’errore folle di Spinazzola, la vittoria sarebbe arrivata. E sarebbe stato un bel poker consecutivo, che avrebbe aiutato l’allenatore portoghese a consolidare quel quinto posto che garantirebbe l’Europa League diretta. "Peccato, oramai pensavamo davvero di avercela fatta, di aver portato a casa questa vittoria – ha detto alla fine l’allenatore della Roma –. Ho visto comunque cose molto positive, la squadra continua nelle sua crescita".

Ad illudere Fonseca della vittoria era stata la sua coppia magica d’attacco: Mkhitaryan e Dzeko. L’armeno ha segnato il gol del 2-1 (il suo nono stagionale, il terzo siglato nelle ultime quattro partite), il bosniaco lo ha di fatto confezionato nello stretto, andando quasi a concludere prima di lasciare la possibilità di calciare a Henrikh. Sembrava l’ennesimo sgarbo a Conte da parte del centravanti bosniaco, l’ennesimo "no, grazie, resto qui" rivolto alle lusinghe del tecnico nerazzurro. Proprio quell’azione e quell’assist per Micki avevano rimesso il sorriso addosso a Edin. A toglierglielo, invece, ci ha pensato Spinazzola, con quel goffo intervento con cui ha regalato il rigore del pareggio all’Inter.

Già, perché nel bene e nel male il protagonista in casa giallorossa è stato Spinazzola. Già, proprio lui, l’uomo che avrebbe dovuto giocare questa sfida dall’altra parte, con la maglia dell’Inter, considerando tutto ciò che è successo a gennaio scorso: lo scambio con Politano, le visite mediche e il ritorno alla Roma.