In cinque giorni la Roma è finita capovolta. La pesante sconfitta subita nel derby con la Lazio e la sorprendente eliminazione agli ottavi di Coppa Italia per mano di uno Spezia imbottito di riserve, ha raso al suolo tutti i sogni e i bisogni che i primi mesi stagionali avevano anabolizzato nell’universo giallorosso, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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Fonseca nella bufera. I Friedkin furiosi, lo Spezia è decisivo per il futuro di Paulo
Il g.m. Pinto congela la posizione del tecnico: sabato partita chiave. Mazzarri e Spalletti pronti, per la prossima stagione Allegri, Jardim o Sarri
Se la resa dei conti dirigenziale è subito cominciata, la nuova proprietà ha messo sotto esame anche Paulo Fonseca. Non è un mistero che l’allenatore già a inizio stagione sia stato in bilico, ma poi la squadra aveva preso un passo che aveva fatto ben sperare tutti, a cominciare dalla famiglia Friedkin, che fa ribadire di essere "ambiziosa". Adesso, invece, i nuovi proprietari sono innanzitutto esterefatti, e per due ragioni: la brutta figura rimediata per il caso sostituzioni e la frenata improvvisa della squadra. A difendere l’allenatore, però, ieri pomeriggio è toccato al nuovo general manager Tiago Pinto, che ha spiegato come non sia nel suo stile intervenire in questo modo e che, quanto meno, prima vorrebbe conoscere meglio la realtà in cui è piombato. A Fonseca viene rimproverata una mancanza di leadership, il che non significa che i giocatori gli siano contro.
In ogni caso, l’intenzione dei Friedkin è di dare un’altra chance a Fonseca e la prossima partita con lo Spezia sembra essere quella giusta per risollevarsi o affondare. D’altronde, se il bilancio non fosse stato così in sofferenza, già a inizio stagione l’offensiva su Allegri, contattato, si sarebbe materializzata.
Come traghettatori, invece, sono sul tavolo i nomi di Mazzarri, a cui andrebbe bene anche un rapporto fino a giugno, e quello di Spalletti. Occhio però alle novità che può portare Pinto. Sta cominciando infatti a prendere quota, infatti, il nome di Lorenzo Jardim, 46 anni, nato in Venezuela ma da genitori portoghesi, che ha guidato anche l’Olimpiacos, lo Sporting Lisbona e il Monaco, con cui ha vinto il titolo nel 2017.
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