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rassegna stampa

Fonseca, l’entusiasmo dei giovani e il genio di Micki. Perché crederci ancora

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La Roma ha nove partite per risalire in classifica. L’Ajax è importante, ma il campionato anche...

Redazione

Giovedì c’è la sfida con l’Ajax, ritorno dei quarti di finale di Europa League (con vista sull’eventuale semifinale). Prima, però, c’è il Bologna. Oggi pomeriggio, partita da vincere a tutti i costi per sperare ancora nell’ultimo treno per la Champions, scrivono Chiara Zucchelli e Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. O, almeno, per inseguire ancora quel sesto posto che vorrebbe dire replicare l’Europa League. E motivi per crederci ce ne sono...

Ibanez e Villar, ambizioni e qualità per il futuro. Reynolds oggi a sorpresa?

Ieri Fonseca è stato quasi chirurgico sul discorso dei giovani, lui che lo scorso anno era accusato di non «vederli» e che ora ha invece plasmato due gioiellini come Ibanez e Villar. "In Italia non ci si affida troppo ai giovani per un problema culturale e di necessità. La SerieAè una delle competizioni più importanti del mondo. In Olanda o in Portogallo, ad esempio, non c’è potere economico per acquistare i migliori giocatori e si è obbligati a formarli. Qui è diverso, anche se alla Roma abbiamo giovani come Kumbulla, Calafiori, Ibanez, Villar e Mancini".

Tra i giovani oggi non ci sia spazio per Reynolds, un altro su cui Fonseca vuole lavorare per costruire qualcosa di bello per il futuro. Ci è già riuscito con Ibanez e Villar, nonostante qualche passaggio a vuoto fisiologico nella crescita di un giovane. Magari succederà anche a Calafiori, titolare quasi sicuramente giovedì con l’Ajax per l’assenza di Spinazzola.

La necessità di stringersi intorno all’allenatore per arrivare fino in fondo

C’è un’immagine, subito dopo il pari della Roma ad Amsterdam, in cui si vedono i giocatori parlare e caricarsi. Senza entrare nello specifico dei rapporti non più idilliaci tra Fonseca e parte dello spogliatoio, c’è una cosa che la trasferta in Olanda ha regalato alla Roma più dei tre punti: la consapevolezza che il gruppo può ancora regalarsi un sogno. E forse due, se la Roma oggi batterà il Bologna, tornando a correre in campionato. Poi, a fine stagione, si tireranno le somme, ma intanto la Roma, con l’Europa di oggi, prova a prendersi quella di domani. E allora che siano profetiche le parole di Gianluca Mancini: "Ho letto certe cose scritte per tirare dentro la Roma nei casini. Non contestiamo gli allenamenti del mister, quando c’è la settimana tipo ci fa andare molto forte. Ma giocando ogni tre giorni ci alleniamo con le partite".

Peres indispensabile. Generoso come non mai e a caccia del rinnovo

E poi ci sono i protagonisti che non ti saresti mai aspettato, quelli che in questo finale di stagione stanno dando qualcosa alla Roma nonostante siano ad un passo dall’addio. Ecco Bruno Peres, il cui contratto scadrà alla fine di giugno e saluterà molto probabilmente per sempre la Roma. Questo, però, non sta impedendo al terzino brasiliano di vivere un finale di stagione importante, dimostrandosi utilissimo alla causa giallorossa. A Reggio Emilia, contro il Sassuolo, aveva segnato il gol del temporaneo 2-1, quello che aveva fatto pensare allaRomadi poter portare a casa una vittoria che sarebbe stata pesantissima per le speranze di Champions. E anche ad Amsterdam, contro l’Ajax, Bruno ha giocato una partita importante, fatta di scatti, recuperi difensivi e qualche buon traversone per gli attaccanti giallorossi. Peres oggi è fondamentale. Lo sarà anche giovedì, titolare a sinistra per inseguire ancora un sogno. E, magari, anche un contratto nuovo di zecca...

Finalmente Mkhitaryan. È lui che ha acceso spesso la luce della squadra

Oggi non giocherà titolare, ma già averlo in panchina è una bella notizia. Anzi, ottima. Perché per gran parte della stagione Mkhitaryan è stato l’anima della squadra. L’armeno, che già aveva provato ad essere convocato per Amsterdam, viene da un infortunio muscolare al polpaccio che lo ha tenuto fuori un mesee vista la delicatezza del punto dove si è fatto male (il soleo) la Roma ha deciso di non portarlo in Olanda, facendolo allenare a Trigoria per poi, ieri, rimetterlo in gruppo. Nessuno ha voluto correre rischi perché Mkhitaryan serve per il finale di stagione. Finora, tra campionato e coppe, ha giocato 34 partite segnando 11 reti e fornendo lo stesso numero di assist. Già questo basterebbe a capire la sua importanza, oltre all’esperienza e alla personalità, tutte cose di cui la Roma ha un grande bisogno. Il tutto in attesa di sciogliere i nodi sul futuro.