rassegna stampa

Florenzi e la fascia «Che emozione spero di riviverla»

Impiegato al posto di Maicon si è dimostrato ancora una volta prezioso come non mai.

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Alla fine bisogna capire se era più felice per la fascia da capitano indossata dopo l’espulsione di De Rossi o per l’assist decisivo a Ljajic, quello che ha tirato fuori la Roma dalle paludi di un bagno tanto freddo quanto inatteso. In entrambi i casi, Florenzi si è dimostrato ancora una volta prezioso come non mai. «La fascia è stata un’emozione bellissima, spero che non sia l’ultima volta – dice il jolly di Vitinia a fine gara – L’assist? È un pari che ci dà fiducia, anche se queste partite sono da vincere».

A SCUOLA DA MAICONGià, anche se poi per pareggiarla Garcia si è affidato soprattutto a lui che aveva il compito di fare il Maicon. «Arrivare ai suoi livelli è dura, ma se ci dovrò rigiocare va bene lo stesso – continua Florenzi –. Devo lavorare meglio sulla fase difensiva, ma se mi punta Sansone è diverso da Ljajic, Iturbe o Gervinho. A me comunque i ruoli vanno bene tutti, anche quello di portiere. Garcia? Mi diceva di spingere, spero di averlo soddisfatto. Purtroppo abbiamo sbagliato i primi 20 minuti, dopo siamo tornati noi stessi e abbiamo pareggiato con il carattere e con il cuore». Esattamente quello che servirà mercoledì per superare il City e strappare il pass per gli ottavi di Champions. «Il pareggio è importante proprio per questo, ci dà coraggio per il Manchester. Possiamo vincere e trovare la qualificazione da regalare ai tifosi». Lui, invece, si vorrebbe regalare presto il rinnovo contrattuale, che dovrebbe arrivare prima di Natale. «Ma di questo ne parla il mio agente, non io».

RADJA DAL VIA Già, il City, la sfida che può cambiare gli equilibri futuri della stagione della Roma. Ecco perché Garcia in Champions tornerà ad affidarsi di nuovo a Radja Nainggolan, la sua assenza ieri è pesata come un macigno: «L’importante -– ha twittato il ninja – è crederci sempre, questo risultato conta come una vittoria». Mercoledì gli toccherà arginare gente come Nasri, Fernandinho o Lampard. Ma la paura non alberga dalle sue parti, neanche dopo il Sassuolo.