rassegna stampa

Florenzi a cuore aperto: “Rispetto le scelte, la Roma prima di tutto”

Il capitano: "Spero di convincere presto Fonseca". Il tecnico gli ha parlato: terzino no, esterno alto sì

Redazione

Che poi il paradosso è proprio questo: per uno è titolare della nazionale, per l’altro in quel ruolo non ci può più giocare, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.

L’oggetto del contendere è Alessandro Florenzi, che venerdì Roberto Mancini ha confermato come terzino destro dell’Italia, proprio mentre Paulo Fonseca gli ha detto chiaramente che in quel ruolo nella Roma non ha futuro.

Dopo giorni di silenzi, il capitano giallorosso ieri ha rotto gli argini e ha detto la sua. Chiarendo alcune cose e facendo intuire il suo stato d’animo. "In Bosnia non ho giocato per far cambiare idea al mister (riferendosi a Fonseca, ndr ), ma l’ho fatto per me stesso – ha detto –. Penso solo a giocare, voglio dare il mio contributo alla Roma. A breve spero di riuscire a mettere in difficoltà il mister, che ora sta facendo altre scelte che rispetto. Se devo fare il capitano devo dare l’esempio: come successo negli anni scorsi, metto la Roma davanti a me stesso. Tutti dobbiamo stare in silenzio e lavorare, perché se lo fa il capitano, lo fanno anche tutti gli altri". Parole perfette, dette anche nel modo giusto. Parole da capitano, verrebbe da dire.

La realtà, però, ci dice che sono ben sei gare che Florenzi non gioca titolare e che nel corso di queste sei gare Fonseca gli ha preferito anche un Cetin adattato a terzino destro (con il Milan, "avevo bisogno di uno che sapesse difendere bene", il commento del tecnico) e Antonucci e Santon come esterni alti (nel corso della stessa partita).

Una decina di giorni fa Fonseca ha avuto un colloquio con il capitano, spiegandogli che non lo vede come terzino, ma come esterno d’attacco. Dovendo giocare con un esterno basso bloccato e l’altro di spinta e con Kolarov che è quello che va, dall’altra parte gli serve un giocatore più difensivo. Cosa che non fa parte degli skills del capitano. Di conseguenza, nelle gerarchie dei difensori Spinazzola e Santon gli sono scivolati davanti ( e lo sarebbe avrebbe fatto anche Zappacosta, se non si fosse infortunato), mentre in quelle degli attaccanti c’è l’imbarazzo della scelta (Perotti, Under, Zaniolo, Kluivert e Mkhitaryan) e di certo Florenzi non è la prima. E così il capitano deve metabolizzare la nuova realtà. Anche se a Fonseca – in quel colloquio – ha fatto capire di rispettare la scelta, ma di non condividerla totalmente.