rassegna stampa

Finalmente la Roma si diverte

Gol, vittoria e polemiche azzerate. Di Francesco: "Creiamo entusiasmo con il gioco". Florenzi: "Gli infortuni mi hanno reso più uomo". Under: "Che emozione l’esordio dal 1’"

Redazione

Primo tiro in porta di Radja Nainggolan, primo gol. Il belga apre la strada alla Roma: via i problemi, spazzati via come le polemiche e come la pioggia che si abbatte sull’Olimpico. Una Roma sorridente – screzio di Gerson e Peres al fischio finale a parte –, che si diverte coi suoi ragazzini (Pellegrini e Under, su tutti), guidati dai più esperti. Dzeko, ma pure De Rossi e Kolarov.

La Roma è partita forte e questa è la cosa che è piaciuta di più a Di Francesco, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport": "Sono soddisfatto della crescita della squadra, ma adesso penso già a Benevento", dice il tecnico, che non nasconde pure una punta di amarezza: "Guardare la classifica ora fa un po’ male perché c’è una partita da recuperare". Contro la Samp si giocherà in inverno, a dicembre o forse a gennaio, ma intanto Di Francesco ammette: "Vogliamo creare entusiasmo, anche col gioco".

Entusiasmo che ieri sera riempiva la faccia di Lorenzo Pellegrini: "Lo conosco bene e l’ho voluto fortemente – ammette l’allenatore –, e non mi piace parlare di alternative. Giocherà, uscirà, rientrerà, come altri". E come Florenzi: "Ha ritrovato sicurezza, ci sarà utile in tutti i ruoli, anche per la personalità". E Schick? E Ünder? Anche per loro Di Francesco spende parole al miele: "Patrik deve ancora lavorare, ma vi assicuro che ha qualità importanti, fa un tipo di gioco particolare e potremo anche cambiare qualcosa per lui. Cengiz da esterno può fare benissimo, lo ha dimostrato già". E lui si gode l’esordio da titolare ma non ha problemi ad ammettere: "Ero molto emozionato, e chiedo scusa per non essere riuscito a segnare sul passaggio di Dzeko".

Il sorriso più grande di tutti ieri sera è stato quello di Florenzi, tornato dopo 11 mesi: "Sono davvero felice, disposto a giocare ovunque. Questi infortuni mi hanno reso più uomo e più consapevole. La mia vita prima era basata sul lavoro, adesso lo è ancora di più. Sono cresciuto anche come calciatore, ma posso dire che se non avessi avuto mia moglie e mia figlia non avrei superato tutto questo. E infatti non vedo l’ora di tornare a casa per abbracciarle".