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Figuraccia Roma. Il Bodo dilaga, Mou crolla 6-1: “E’ colpa mia, ma la rosa…”

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Se la Roma dei Friedkin e di Mourinho voleva entrare nella storia, si può dire che l’abbiano già fatto, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Peccato, però, che per il momento abbiano scelto la porta sbagliata, perché il 6-1...

Redazione

Se la Roma dei Friedkin e di Mourinho voleva entrare nella storia, si può dire che l’abbiano già fatto, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Peccato, però, che per il momento abbiano scelto la porta sbagliata, perché il 6-1 rimediato contro i norvegesi del Bodo Glimt – 218° nel ranking Uefa – ha un peso maggiore persino del 7-1 rimediato a Manchester contro lo United del 2007 o l’1-7 interno del 2015 contro il Bayern Monaco. In una modesta Conference League i giallorossi perdono il primato del girone, rischiando quindi di andare ai playoff per andare avanti, mentre lo Special One inchioda la rosa ai suoi limiti. "Il Bodo è più forte della Roma scesa in campo". Ebbene, secondo i valori di mercato dei siti specializzati, i titolari dei norvegesi (in una rosa che complessivamente varrebbe 14 milioni) arrivano a fatica a 6,5 milioni, mentre solo l’undici di partenza dei giallorossi di ieri assommerebbero a un valore – ormai puramente virtuale – di 111 milioni. Imbarazzante, così come la difesa del g.m. A fine partita l’allenatore non parla delle big del nostro campionato, ma del Bodo, che finora in pochi avevano sentito nominare e che invece, grazie a un 4-3-3 dinamico e che cerca sempre la profondità senza buttare mai via la palla, fa a fette il 4-2-3-1 dello Special One, che dà il suo meglio per il momento solo negli spazi aperti. Logico che la proprietà sia rimasta basita dal k.o. Basti dire che Mourinho in carriera non aveva mai preso sei gol in una partita. "È tutta colpa mia – dice il tecnico –. Volevo dare opportunità a chi non gioca tanto e, per la rosa che abbiamo, far riposare chi è sempre in campo. Se potessi giocare sempre con gli stessi (del campionato, ndr) lo farei, ma è un gran rischio. Sapevo i nostri limiti, ma mi aspettavo una risposta migliore. Una sconfitta del genere lascia sempre ferite. Ho parlato con la squadra e sono stato onesto, anche se non posso esserlo pubblicamente. Però una cosa sono i nostri 12-13 giocatori, una cosa gli altri. Il loro centravanti sembrava che avesse una moto da GP e i miei una bicicletta. Al ritorno lo aspettano Mancini e Vina. Ai Friedkin comunque ho già parlato. C’è bisogno di qualità".