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rassegna stampa

Figalli: “L’equazione per vincere? Presto la dico a Pallotta”

Il matematico italiano che ha vinto la medaglia fields tifa da sempre Roma: "In Texas vedevo tutte le partite, lì ho conosciuto il presidente. il miglior modo per coprire il campo è il 4-3-3 . e se sperimentassimo il “sistema moneyball”?"

Redazione

Mentre stava per nascere, il primo aprile 1984, la Roma batteva l’Inter 1-0 all’Olimpico con un gol di Agostino, che per i non romanisti è solo Di Bartolomei. Il giorno successivo, il 2 aprile, a Roma veniva al mondo Alessio Figalli, il professore di matematica che il 1° agosto ha vinto la medaglia Fields, considerata il Nobel per chi ha fatto dei numeri la propria ragione di vita. Un riconoscimento assegnato una volta ogni 4 anni a 4 matematici under 40, da sempre tifoso romanista.

Gigalli è stato intervistato Da Chiara Zucchelli e Andrea Pugliese per la Gazzetta dello Sport. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Un numero speciale, per la sua Roma, è il 10, che poi lo è anche nella matematica.

"Sì, in fondo il nostro è un sistema decimale, strutturato in decine, centinaia, migliaia...".

Se la Roma fosse un’equazione a quale l’assocerebbe?

"Non mi sento di avere una risposta per questo, ma posso dirvi quale sarebbe il Nobel della sua storia: Francesco Totti, ovviamente".

L’equazione trading-competitività può essere la strada giusta per un club come la Roma in questo calcio moderno?

"Ogni squadra deve fare i conti col budget. Non conoscendo i numeri, non posso esprimermi. Ripenso però al film «Moneyball» (in Italia «L’arte di vincere»). Basato su una storia vera, un allenatore di baseball si affida alla statistica per decidere che giocatori comprare. Il risultato? Un successo inaspettato con un budget minimo. Non dico che funzionerebbe nel calcio, anzi probabilmente no, ma sarebbe un esperimento simpatico (ci sono già squadre al mondo che si affidano a quel modello, ndr)".

Lo ha citato una volta anche il presidente Pallotta, un altro che su numeri e fondi ha costruito la sua fortuna. Se gli dovesse dare un suggerimento per il futuro?

"Qualche giorno fa il presidente mi ha scritto per congratularsi della medaglia e per organizzare un incontro. Quando lo vedrò ne discuterò con lui. Quando ero in Texas andavo a guardare le partite al Roma Austin Fan Club. E lì una volta ho avuto il piacere di conoscerlo".

Attualmente il suo rapporto con la Roma qual è?

«La seguo sempre e la vedo quando posso. Allo stadio non vado da tanto, ma quando ero al liceo ero spesso presente all’Olimpico. A dieci anni, del resto, giocavo a pallone, non pensavo certo ai numeri».

La Roma di Di Francesco gioca con il 4-3-3. Esiste un principio matematico per la copertura perfetta del campo?

"La realtà è che una squadra non copre mai tutto il campo ma di solito poco più della metà, con continui spostamenti. Da questo punto di vista il 4-3-3 è certamente molto ragionevole, in tal senso".

Dalla Roma alla Juventus: un investimento di circa 400 milioni d’euro come va sostenuto a livello matematico?

"Difficile dirlo senza avere una visione completa del budget. Sicuramente l’investimento su Ronaldo, per quanto costoso, darà molti ritorni alla Juve. Ma spero che non gli permetta di vincere ancora lo scudetto, altrimenti il campionato diventerà troppo monotono".