Quanto sei bella Roma, quando è sera. Sera di primavera, sera di coppa, scrive Gian Battista Olivero su La Gazzetta dello Sport. Un'altra semifinale raggiunta, conquistata, meritata dopo una partita piena di trappole, di significati, di dolori, di gioie. Di lacrime ricacciate dentro e di sorrisi mostrati all'improvviso. Il Feyenoord è stato vicinissimo a una qualificazione fortunata: all'89' l'1-1 premiava gli olandesi in modo ingiusto. Nelle due partite la Roma aveva creato di più ed era sembrata più forte. Ma non basta, nel calcio bisogna segnare. E allora, sessanta secondi prima che fosse troppo tardi, si è preso la scena Paulo Dybala, subentrato a Zalewski da poco. Si è inventato un gol meraviglioso, da giocatore semplicemente diverso: stop volante con giravolta e sentenza di sinistro. Così la Roma è approda-ta ai supplementari, in cui ha sublimato la sua superiorità. Adesso è la Roma di Mourinho e di Dybala, ma anche di un superbo Matic, di un monumentale Smalling e di un gruppo sano in cui tutti danno l'anima. È la Roma di una tifoseria pazzesca, che ieri ha saputo fare la differenza nel momento più difficile. La paura La rimonta con il Feyenoord non va catalogata alla voce "imprese impossibili", ma lo stava quasi diventando per una serie di episodi e per qualche errore. Il gol di Spinazzola a inizio ripresa tranquillizza i giallorossi che però franano dopo l'infortunio di Smalling: nemmeno due minuti e, mentre la difesa di Mou cerca di sistemarsi, il Feyenoord segna con Paixao. Sembrava finita. Ma la grande notte della Roma stava solo cominciando.
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La Gazzetta dello Sport
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