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La promessa è di quelle forse anche banali, per certi versi, ma che non può mai mancare nelle prime parole ufficiali di un attaccante.
«Sono venuto per segnare molti gol, migliorarmi e rimettermi in gioco». Ed allora quella di Evan Ferguson è una promessa che sembra quasi un manifesto programmatico, ma soprattutto sono esattamente le parole che si volevano sentir dire i tifosi della Roma. Che sanno bene che Ferguson arriva da una stagione deludente (appena una rete in 23 partite, tra Brighton e West Ham), ma anche che è uno che potenzialmente può abbattere il muro delle 20 reti. Come andrà a finire lo capiremo solo tra dodici mesi, quando la Roma troverà anche ad interrogarsi se investire o meno i 35 milioni di euro previsti per il suo eventuale riscatto. Ma se ci si porrà il dubbio, vorrà dire che Ferguson avrà fatto bene. A Trigoria, scrive Andrea Pugliese su 'La Gazzetta dello Sport', Ferguson si sta allenando con il gruppo solo da un paio di giorni, ma oggi pomeriggio potrebbe anche giocare la sua prima amichevole con la Roma, che a Trigoria ospiterà l'UniPomezia (Serie D) per il secondo test stagionale (dopo quello vinto per 14-0 contro il Trastevere). Fisicamente forte, può fare sia la punta centrale da solo, sia giocare in coppia con un altro attaccante. Ma a Brighton ha giocato anche a sinistra, quasi da sottopunta, una variante che può portare idee nuove nella testa di Gasperini. «Sono uno che in campo può fare diverse cose - continua - Ma ora voglio solo giocare e fare gol. Questa squadra è ricca di buoni calciatori e Dovbyk è uno di questi. Spero di poter formare una bella coppia con lui, poi vedremo cosa accadrà e che modulo sceglierà il mister». Quel che colpisce di questo ragazzo di appena 20 anni è la personalità e la sicurezza nell'esposizione delle idee. Cosa che probabilmente dipende dal fatto che - nonostante la giovane età - ha già vissuto tanto a livello calcistico. Sia come partite (tre anni di Premier League) sia come esperienze (vedi gli infortuni: rottura del legamento crociato del ginocchio destro e una fragilità conclamata alle ca-viglie). Quel che piace invece a Gasp dell'irlandese è proprio il fatto che è uno che non ha paura di andare al confronto. I tifosi hanno avuto modo di vederlo dal vivo già due anni fa, nel doppio confronto contro il Brighton in Europa League, anche se in quell'occasione De Zerbi lo fece subentrare sempre nella ripresa (in extremis nell'andata all'Olimpico, nell'ultima mezzora nel ritorno in Inghilterra). «Per l'esperienza che ho vissuto, penso che sia meglio giocare all'Olimpico con i tifosi a favore che non contro. Ho scelto la Roma perché quando un club così importante ti fa capire che ti vuole davvero non puoi direi di no. Obiettivi? Riportare questa squadra in Champions».
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