rassegna stampa

Le fasce soffrono ma Nainggolan & Co. sfondano al centro

Entrambe le reti romaniste sono giunte quando i giallorossi sono usciti benissimo dal primo pressing dell’Atalanta.

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Se l’imperatore Vespasiano avesse conosciuto il calcio probabilmente sarebbe stato d’accordo: proprio come la «pecunia», i punti «non olent», cioè non mandano cattivo odore (mai). E così la vittoria della Roma contro l’Atalanta diventa oltremodo preziosa, visto che è arrivata al termine di una prestazione non brillantissima. Un primo dato infatti racconta parecchio: per i giallorossi ci sono stati solo 6 tiri (inclusi quelli respinti), che è record negativo in questo campionato. Insomma, la squadra di Rudi Garcia ha trovato quel cinismo da «grande» che è senz’altro uno degli ingredienti necessari per vincere i campionati.

PRIMO PRESSING Buon per Rudi Garcia che la superiorità tecnica della Roma sia venuta fuori nei momenti chiave. Fateci caso. Entrambe le reti romaniste sono giunte quando i giallorossi sono usciti benissimo dal primo pressing dell’Atalanta. Pjanic e Destro riescono a combinare bene per superare l’assalto in mediana dei nerazzurri e così si ritrovano in tutti e due i i casi in condizione di svolgere ottime ripartenze a parità numerica con i difensori avversari. A quel punto le azioni si sono snodate tutte e due sulla fascia sinistra dell’attacco della Roma, con Ljajic mattatore: nel primo caso come autore della rete e nel secondo come uomo assist a vantaggio dell’inserimento di Nainggolan.

quanti errori In una partita ricca d’imprecisioni (167 le palle perse dell’Atalanta e 150 quella della Roma: «mai così tante», ha chiosato Garcia), spicca il tema riguardante le fasce difensive. Fin quando è stato in campo, ad esempio, Ljajic ha potuto sfruttare la ruggine di Bellini (16 palle perse), che era alla prima partita stagionale, ma c’è da dire che anche sull’altra corsia Dramè non è che abbia fatto molto meglio. Certo, i giallorossi non hanno brillato in modo particolare, visto che il peggiore ancora una volta è stato Cole, in crisi in occasione del primo gol e su diverse giocate di Raimondi. Ma di buone corsie esterne ne aveva assai più bisogno l’Atalanta per sviluppare la propria manovra. Non a caso le giocate sulle fasce dei nerazzurri sono state il 67% del totale contro il 56% dei giallorossi, assai più abili a cercare la verticalizzazione al centro grazie alla qualità degli interpreti del centrocampo. Non sorprende perciò che – esclusi i calci d’angolo – i cross dell’Atalanta siano stati 19 contro i 7 della Roma, che come consuetudine non ha bisogno di cercare il servizio aereo per la punta centrale, visto che Garcia predilige più la manovra palla a terra. Tutto il contrario dei nerazzurri bergamaschi che, prima con Denis e poi con Bianchi, hanno sempre avuto in campo un terminale offensivo in grado rendersi pericoloso con le cosiddette prime o seconde palle. C’è da dire però che Manolas e Astori hanno fatto ottima guardia nel gioco aereo, consentendo a De Sanctis, tutto sommato,di non dover intervenire più del lecito. Come dire, non sarà stata la Roma più bella della stagione, ma l’obiettivo è stato raggiunto.